di Clemente Pistilli
Il blitz degli artisti è fallito. Nonostante i lauti guadagni essi avevano fatto ricorso al Tar contro la cancellazione dell’assegno di solidarietà della Siae. La società italiana autori editori, infatti, rischiava il dissesto finanziario e il commissario straordinario Gian Luigi Rondi, noto critico cinematografico, ha cambiato le regole, cancellando i cosiddetti assegni di professionalità, polizze assicurative e contributi agli associati indigenti. Inutile la battaglia legale avviata da duecento artisti, tra romanzieri, registi, attori, cantanti e altri rappresentanti del panorama culturale italiano, ancora sulle scene o da qualche tempo ritiratisi a vita privata: il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso e avallato i “tagli” compiuti. Il 25 gennaio 2012, il commissario Rondi ha varato un nuovo regolamento, azzerando le forme di assistenza e solidarietà previste dal precedente statuto a favore di autori di opere la cui tutela era stata affidata dagli autori stessi alla Siae. Addio così a quell’assegno mensile a cui avevano diritto gli artisti, raggiunta una certa età anagrafica e contributiva, elargito grazie al fondo di solidarietà alimentato dai soci. E basta con le polizze assicurative in caso di infortunio e morte degli autori. Cancellato infine il contributo triennale ad autori anziani indigenti. Per Rondi i soci sono cresciuti troppo di numero e quelle spese avrebbero mandato in dissesto la Siae. In duecento hanno fatto ricorso, contestando il provvedimento del commissario, parlando di un diritto acquisito e per alcuni il denaro rappresentava l’unica fonte di sostentamento. Un contenzioso portato avanti, tra gli altri, anche dal cantautore Edoardo Vianello, dal regista Pier Francesco Pingitore, da Enrico Vanzina, dal conduttore televisivo Giancarlo Magalli e dal regista Michele Guardì. Olre un anno di tira e molla e di battaglie giudiziarie. Tutti inutile per i rappresentanti della cultura italiana. Il loro ricorso è stato ora rigettato dal Tar. Per i giudici gli atti di Rondi sono legittimi, avendo ricevuto pieno mandato a intraprendere qualsiasi iniziativa utile a risanare i conti della Siae. I giudici sono stati chiari: “L’ampio conferimento di potere in ordine all’adozione di tutti gli atti “necessari ed opportuni” al fine di risanamento e riequilibrio finanziario consente di ritenere che gli atti adottati rientrano nei poteri riconosciuti all’organo straordinario sotto tale profilo”. E ancora: “L’assegno di professionalità risultava erogato in favore di un numero “chiuso” di beneficiari, limitato in favore degli associati ai quali a suo tempo era stata conferita la qualità di socio e che avevano raggiunto i requisiti di anzianità e contribuzione previsti dal precedente regolamento, ma tale interpretazione era suscettibile di potenziale revisione perché legata a disciplina dichiarata come transitoria e protrattasi però nel tempo”. Chi aspettava l’assegno dovrà farsi una ragione che quel denaro non arriverà più.