Il sito dell’Inps, in occasione del click day del 1° aprile per il bonus da 600 euro, non andò in tilt a causa di un problema tecnico nella rete informatica dell’Istituto di previdenza diretto da Pasquale Tridico, bensì per un massiccio attacco hacker. La circostanza si verificò nell’ambito delle “campagne Ddos”, che consistono nel “provocare la paralisi di un servizio web, reso non più operativo attraverso richieste (interazioni) massive indirizzate ad uno specifico server”.
Dunque il blackout del sito dell’Inps, secondo quanto è contenuto nel Report 2 dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sui rischi di infiltrazione nell’Economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, fu una di queste azioni.
“Le specifiche evidenze acquisite – si legge nel report – infatti, hanno consentito di ricollegare a tale tipologia di attacco ai sistemi, le difficoltà di accesso, al sito dell’istituto, registrate durante il cosiddetto click day dello scorso 1 aprile, difficoltà che, in una prima fase, hanno ostacolato il perfezionamento della procedura necessaria all’erogazione dei benefici economici accordati dal governo per il sostegno del reddito dei lavoratori autonomi e subordinati”.
Il blackout, oltre a causare pesanti rallentamenti nell’accoglimento delle domande, ha alimentato, per settimane, molte polemiche e accuse dirette ai vertici dell’Inps da parte degli esponenti del centrodestra arrivando a chiedere anche le dimissioni dello stesso Tridico, al quale, ora, qualcuno dovrebbe chiedere scusa.