“La leadership del centrodestra la decidono i cittadini. Io credo ai sondaggi come all’oroscopo ma registri che anche l’ultimo di Mentana ci vede come primo partito con 8 punti percentuali davanti al Pd”. Cita il Partito democratico, Matteo Salvini, ma in realtà parla a nuora perché suocera intenda, nella fattispecie il messaggio è diretto all’alleata Giorgia Meloni, rea di aver realisticamente dichiarato in un’intervista che il ruolo di premier in un eventuale esecutivo di centrodestra spetterebbe a chi prende più voti. Nessuna investitura per grazia divina, dunque. Tutto ciò, ovviamente, si aggiunge alle tensioni interne alla coalizione, con i tre leader che fino all’ultimo hanno battagliato per la scelta delle candidature alle prossime elezioni regionali.
Con FdI che porta a casa Fitto in Puglia e Acquaroli nelle Marche, FI che la spunta con Caldoro in Campania e la Lega a cui, a parte l’uscente Zaia in Veneto, è toccata in dote la non certo facile Toscana, dove il Capitano ha schierato, come prevedibile, la fedelissima Susanna Ceccardi (nella foto). “Mi auguro che Zaia e Toti saranno riconfermati, per le altre regioni spero che ci sia l’occasione per un cambiamento per i cittadini e anche un segnale dal punto di vista nazionale. Ceccardi un rischio? Susanna è stata un ottimo sindaco, uno dei primi sindaci della Lega e del centrodestra in Toscana. Se ha governato bene un comune, penso possa governare bene anche una Regione, anzi io metterei come prerequisito per entrare in Parlamento il fatto di aver fatto almeno il consigliere comunale. Sono convinto che in Toscana non ci sia nulla di scontato, sono assolutamente ottimista”, prova a stemperare Salvini, che scomoda pure l’inventore di Topolino: “Qui in Toscana la sfida sarà doppiamente bella, perché a leggere i giornali la sinistra ha già vinto, ma Walt Disney diceva che se puoi sognarlo puoi farlo”.
Bene, l’ottimismo è il sale della vita (e della politica) ma la realtà è che la partita è dura. Mancano più o meno 90 giorni dall’election day, fissato al momento per il 20 settembre, e il candidato del centrosinistra, sostenuto da Pd, Italia Viva di Matteo Renzi, + Europa e varie liste civiche, Eugenio Giani, è in campo dal novembre scorso, è ben radicato sul territorio e conosce la macchina alla perfezione (è il presidente uscente del consiglio regionale toscano). I sondaggi sono al momento impietosi per la pasionaria europarlamentare sovranista, pupilla di Salvini da quando quattro anni fa conquistò la poltrona di sindaco a Cascina, nel pisano, uno dei fortini più “rossi” della Toscana, diventando così per la Lega un simbolo nazionale. Ma la “zarina” trentatreenne Susanna è tenace e caparbia, il problema semmai potrà essere l’iperpersonalizzazione della campagna elettorale da parte del leader leghista, errore che con la Borgonzoni in Emilia Romagna gli è costato caro.
Eventualità che il Capitano, proprio ieri a Marina di Bibbona, località turistica della costa livornese, nel suo tour nella Regione per sostenere la sua candidata, ha tenuto ad escludere: “Il candidato è lei, è meglio di me. Ha fatto il sindaco in un Comune importante della Toscana. È più brava, simpatica e gradevole di me”. Da parte sua, Susanna proverà a puntare su temi “locali”, ammettendo che in Emilia-Romagna si è parlato troppo poco di quelli e molto di questioni nazionali: “Tre punti chiave per battere Giani? Prima le periferie perché il Pd ha pensato troppo e troppo spesso alle Ztl dove prendono i voti. Servono infrastrutture per dare sviluppo alla Toscana tutta. Poi ci vuole un piano che razionalizzi la sanità e sicuramente ci vuole un piano dei rifiuti”.