“Le telefonate servivano a individuare e scegliere il miglior candidato. E nei posti migliori rivendico che l’impegno di tutti era per selezionare il migliore. Io penso che la scelta che è stata fatta sui posti più importanti è una scelta adeguatamente e attentamente ponderata per valorizzare il più bravo”. E’ quanto ha detto, ai microfoni di Rai Radio 1, il pm Luca Palamara a proposito dell’inchiesta che vede indagato a Perugia per corruzione.
“E’ innegabile – ha aggiunto l’ex presidente dell’Anm – però che chi non faceva parte del sistema delle correnti per altre situazioni sia stato fortemente penalizzato. Penso ai posti in Cassazione, al massimario, alla Direzione nazionale antimafia. Sono tutte situazioni nelle quali chi non faceva parte di questo sistema veniva realmente penalizzato”.
“Ci sono tanti magistrati – ha aggiunto Palamara – che vogliono che io riesca a dimostrare la mia innocenza, la mia correttezza dell’operato sia da presidente dell’Anm sia da consigliere superiore. Per questo motivo ritengo in questa fase di dovermi difendere con tutti gli strumenti che l’ordinamento processuale mi mette a disposizione. Fino a prova contraria, io ho preso atto del provvedimento dell’Anm. Per quanto riguarda il procedimento disciplinare ancora deve iniziare. Il procedimento penale a Perugia è in fase di 415 bis. Ci tengo a dire che, l’accusa più grave, quella dei 40 mila euro per la presunta nomina del procuratore di Gela, è caduta per ammissione degli stessi pubblici ministeri”.