Come ampiamente previsto, si è si è risolto in un sostanziale nulla di fatto sul fronte Recovery Fund il Consiglio europeo che si è svolto ieri in modalità telematica. La partita è stata rimandata di un mese e stavolta i leader avranno modo di confrontarsi vis à vis su quella che ormai è diventata una questione che non investe solo il tema dei fondi da elargire per la ripresa economica post pandemia, ma una vera e propria idea contrapposta di Europa. Non a caso il premier Giuseppe Conte, al termine del paio d’ore di vertice, parla di “appuntamento con la storia”.
FUMATA GRIGIA. “La Commissione europea e la Bce non hanno mancato l’appuntamento con la Storia. Ora è il turno del Consiglio Europeo di essere all’altezza della sfida e di dare un segnale politico forte. A me non piace la formula ‘compromesso’, preferisco si lavori per una decisione politica ambiziosa. La proposta della Commissione è equa e ben bilanciata. Sarebbe un grave errore scendere al di sotto delle risorse finanziarie già indicate. E anche la combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita”. In realtà, come spiegato dalla stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il nodo riguarda proprio l’equilibrio fra sovvenzioni e prestiti e la distribuzione delle risorse, sia le nuove risorse proprie del bilancio Ue che i “rebates”.
Tuttavia, von der Leyen ieri nella conferenza stampa post Consiglio ha parlato di “riunione molto positiva” e si è detta sicura “che possiamo raggiungere un consenso, a condizione di non perdere di vista il quadro generale. I leader si sono trovati d’accordo sulla necessità di un piano che includa solidarietà, investimenti e riforme, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per trovare un accordo prima della pausa estiva”. Bicchiere mezzo pieno anche per il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, che affida a Twitter le sue impressioni: “Il Consiglio Europeo in videoconferenza di oggi aveva un obiettivo: evitare no insormontabili sulla proposta della Commissione Europea. Obiettivo raggiunto. NextGenerationEu procede”.
Più cauto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, che ha spiegato che su Recovery Fund e quadro pluriennale di bilancio Ue “sta emergendo consenso” e che lavorerà a una proposta di compromesso prima di un vertice tra i leader che dovrebbe tenersi intorno alla metà di luglio ma che, in ogni caso, “su alcuni argomenti bisogna continuare a discutere”, e quindi “ora negozieremo”. Lo scoglio è sempre e solo uno: il fronte dei Paesi “frugali”, che da settimane tentano di ridimensionare portata e composizione del piano di aiuti per gli stati più colpiti dal coronavirus, Italia in testa. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz ha insistito sul fatto che gli aiuti, soprattutto se a fondo perduto, debbano essere condizionati, limitati nel tempo per evitare qualsiasi tipo di “mutualizzazione” del debito.
Molto dura anche la posizione della premier finlandese Sanna Marin: “Non possiamo accettare la proposta della Commissione Ue così com’è, sono necessari cambiamenti sotto molti aspetti. La discussione non è realmente progredita”. Il premier olandese Mark Rutte invece per la prima volta ha mostrato ieri un atteggiamento più accomodante: nel corso del vertice Ue ha citato il presidente Conte, sottolineando di guardare con favore lo spirito che sta ispirando il governo italiano sulle riforme, cioè quello di favorire gli investimenti per la crescita e la produttività.