A certificarlo è l’Istat: dopo quattro anni si riducono per la prima volta il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta. Grazie al reddito di cittadinanza. “Una misura di civiltà di cui andiamo fieri, che abbiamo voluto e sostenuto tenacemente per affermare, con i fatti, un principio: ‘Nessuno deve rimanere indietro’”, commenta il capo politico dei Cinque Stelle Vito Crimi.
Sono quasi 1,7 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta nel 2019, con un’incidenza pari al 6,4% (7% nel 2018), per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui (7,7% del totale, 8,4% nel 2018). Stabile il numero di famiglie in condizioni di povertà relativa: nel 2019 sono poco meno di 3 milioni (11,4%), cui corrispondono 8,8 milioni di persone (14,7% del totale). Equivale all’8,6% la percentuale delle famiglie in povertà assoluta al Sud e al 26,9% l’incidenza di questo indicatore tra i cittadini stranieri.
La diminuzione della povertà assoluta, spiega Istat, si deve in gran parte al miglioramento, nel 2019, dei livelli di spesa delle famiglie meno abbienti: l’andamento positivo si è verificato in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza, che ha interessato, nella seconda parte dello scorso anno, oltre un milione di famiglie in difficoltà. La povertà assoluta coinvolge di più le famiglie numerose e con figli minori. L’Istat segnala anche che il 43,4% delle famiglie povere si trovano in affitto. Paga un mutuo il 18,2% delle famiglie in povertà assoluta che vivono in casa di proprietà, con una rata media di 469 euro al mese.