Prosegue il confronto, più o meno acceso, per l’ufficialità dei candidati presidenti alle prossime regionali. Settembre è vicino, vista anche la particolarità di dover svolgere una campagna elettorale nei mesi estivi e per di più con un’allerta Coronavirus non ancora del tutto scongiurata. In Campania, dopo aver blindato la sua ricandidatura il presidente della Giunta, Vincenzo De Luca, prosegue il lavoro di rafforzamento delle sue liste.
TUTTI CON VINCENZO. Fra queste ci sarà quella di Italia Viva che attraverso il suo coordinatore nazionale Ettore Rosato ha confermato il proprio sostegno all’ex sindaco di Salerno, che incassa anche l’appoggio di tre pezzi da novanta come Ciriaco De Mita, Paolo Cirino Pomicino e Clemente Mastella: tutti insieme appassionatamente nella maxi coalizione del centrosinistra alle prossime regionali, balena bianca alla riscossa. Decisamente una scelta che non poteva essere condivisa dal Movimento 5 Stelle, che ha deciso di correre da solo e di non riproporre a livello locale l’alleanza con il Pd che vale nel governo centrale. Il candidato presidente sarà la capogruppo pentastellata in Regione Valeria Ciarambino. Il partito guidato da Vito Crimi in campo da solo anche in Puglia, dove è assodata la candidatura di Antonella Laricchia, scelta tramite le “regionarie”.
Nel centrosinistra, invece, nonostante la vittoria dell’attuale presidente Michele Emiliano alle primarie di gennaio, non si placa il malumore di Italia Viva che vorrebbe discontinuità. Sul tema è intervenuto il leader di Iv, Matteo Renzi: “A naso dico che in Toscana, Campania e Marche Iv correrà insieme al Pd e saremo decisivi per la vittoria in alcune regioni. In Puglia no perché c’è Emiliano che è il simbolo di un Pd che non è il nostro Pd”. Del resto che Renzi non appoggiasse uno dei suoi rivali storici era abbastanza scontato. Ampio sostegno invece a Eugenio Giani in Toscana da parte di tutte le forze di centrosinistra e dove la vittoria sulla probabile candidata del centrodestra, l’europarlamentare e pupilla salviniana Susanna Ceccardi, è abbastanza scontata. Come lo è quella del leghista Luca Zaia in Veneto dove sull’altro fronte politico comincia a muoversi l’outsider (e probabile vittima sacrificale, visti i sondaggi schiaccianti pro Zaia), Arturo Lorenzoni, candidato “civico” sostenuto dal centrosinistra. Anche qui il Movimento 5 stelle “rompe” l’alleanza romana e schiera l’ex senatore Enrico Cappelletti, scelto tramite le consuete regionarie.
In Liguria il dialogo tra dem e pentastellati prosegue e ci sono spiragli per individuare un nome che metta d’accordo entrambe le parti: ad insidiare l’uscente Giovanni Toti e a rappresentare una sintesi dell’alleanza tra Campo Progressista e Movimento Cinque Stelle potrebbe essere il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa, “sdoganato” anche dalla segreteria nazionale Partito democratico con il placet di Andrea Orlando. A smarcarsi rispetto agli equilibri governativi romani è qui ancora una volta Italia Viva che con Raffaella Paita, ex candidata alla presidenza della Regione e oggi deputata renziana, lancia la candidatura dell’ex assessore della giunta di centrodestra del comune di Genova Elisa Serafini.