L’intesa giallorosa non è un accordo buono per tutte le stagioni. Bene al Governo. Ma le Regioni continuano a dimostrarsi una partita completamente diversa. Con buona pace di quanti vorrebbero invece stretti in un perpetuo abbraccio il Movimento 5 Stelle e il Pd. Archiviato il fallimentare tentativo compiuto in Umbria, dem e pentastellati sembrano così destinati a presentarsi ognuno per conto proprio alle prossime elezioni, a settembre, per il rinnovo dei consigli regionali in Veneto, Toscana, Campania, Marche e Puglia. E fortemente in bilico appare anche la possibile intesa in Liguria, ricercata in particolare dal vicesegretario del Partito democratico, Andrea Orlando.
FRONTE LIGURE. Mentre Nicola Zingaretti vorrebbe un’intesa stabile con il Movimento 5 Stelle, l’accordo fino a ieri sembrava dietro l’angolo solo per la Liguria, dove il centrodestra ricandida il governatore uscente Giovanni Toti, ma poi è finito in bilico anche quello. I dem hanno infatti frenato sulla candidatura di Ferruccio Sansa, giornalista de Il Fatto Quotidiano, e a Roma sono riprese lunghe e difficili trattative, da cui sarebbe fuori anche Italia Viva, che nelle altre Regioni, dopo le sparate di Matteo Renzi su una corsa solitaria, avrebbe ormai deciso di tentare di ottenere qualche strapuntino inserendosi nella coalizione di centrosinistra. Sempre in Liguria erano stati fatti anche i nomi di Ariel Dello Strologo, avvocato e presidente della comunità ebraica di Genova, caro ai dem, e di Aristide Fausto Massardo, già preside della facoltà di ingegneria del capoluogo ligure, sostenuto da M5S. Ma il patto giallorosso in salsa ligure è appunto difficile.
PARTITA CAMPANA. In Campania, prima dell’emergenza coronavirus, dem e pentastellati sembravano aver trovato una convergenza sulla candidatura del generale e ministro dell’ambiente Sergio Costa. Il Pd era disposto a non concedere il bis a Vincenzo De Luca, che con l’istrionica gestione della pandemia è diventato però un inamovibile. Sostenuto da Italia Viva. “In Campania sosterremo il buon governo del presidente De Luca. La sua leadership è stata fondamentale e questo i cittadini lo sanno”, ha dichiarato il deputato renziano Gennaro Migliore. I pentastellati si presenteranno quindi da soli. Oggi gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno scelto la candidata Valeria Ciarambino (nella foto) che ha ottenuto 2.406 voti (71,9). A seguire, Marco Ferruzzi con 547 voti (16,3%) e Giovanni Rea con 394 voti (11,8%). “Il MoVimento 5 Stelle – sottolineano dal Blog del movimento – è l’unica forza politica che, grazie alla piattaforma Rousseau, dà ai suoi iscritti la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni politiche”.
LE ALTRE COMPETIZIONI. Anche in Puglia, dove M5S punta sulla consigliera Antonella Laricchia, non c’è aria di accordo, nonostate qualche spiraglio potrebbe aprirsi dopo l’avviso di garanzia ricevuto da Michele Emiliano, che potrebbe rendere più difficile una sua riconferma. Nelle Marche poi il Partito democratico ha negato il bis al governatore uscente Luca Ceriscioli e ha candidato il sindaco dem di Senigallia, Maurizio Mangialardi, sostenuto anche da Italia Viva, Articolo 1, Azione di Calenda, +Europa, Verdi e Socialisti. Una coalizione da cui il Movimento 5 Stelle si è tenuto a distanza, candidando Gian Mario Mercorelli. Corse solitarie per M5S infine in Veneto, dove sembra tra l’altro scontata una nuova vittoria del governatore leghista Luca Zaia, talmente popolare da mettere in dubbio anche la leadership di Matteo Salvini, e in Toscana, dove il candidato del centrosinistra Eugenio Giani dovrebbe imporsi senza problemi e confermare i dem alla guida della Regione. Tra tre mesi dunque un nuovo test per tutte le forze politiche.