Ventisette persone sono state arrestate questa mattina – 14 in carcere e 13 agli arresti domiciliari – nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma in quanto ritenute responsabili traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio. L’operazione, scattata alle prime luci dell’alba, ha visto impiegati circa 150 uomini di Carabinieri, Guardia e di finanza e della Polizia di Roma Capitale, tra le province di Roma e Latina. Le indagini – nate dagli sviluppi degli accertamenti sul Centro di raccolta Ama di Mostacciano che a febbraio 2019 aveva già portato a 23 arresti e sui roghi nei campi di via Salviati e via di Salone – hanno evidenziato il ruolo svolto da una società di Cisterna di Latina, operante nel settore del recupero di rottami metallici, “quale collettore finale di una vera e propria filiera di soggetti operanti nell’ambito del traffico illecito di rifiuti”.
“Le attività tecniche – riferiscono gli inquirenti -, i riscontri sul campo e i mirati controlli della polizia giudiziaria, hanno consentito di ricostruire l’esercizio di un’attività continuativa ed organizzata facente capo alla struttura di Cisterna di Latina, che, in violazione della normativa in materia ambientale, riceveva e gestiva illecitamente, ovvero in assenza della prescritta documentazione di legge, ingenti quantitativi di rifiuti speciali e urbani, pericolosi e non pericolosi, provenienti da privati, società e/o imprese individuali prive di iscrizione all’albo nazionale dei gestori ambientali (A.N.G.A.), raccolti e trasportati in violazione della normativa dello smaltimento dei rifiuti. Al fine di dare una parvenza di legalità nell’ambito della normativa di settore, i materiali oggetto di tali illeciti conferimenti venivano falsamente dichiarati rottami E.O.W. (End of Waste), cioè ‘non rifiuto’ o ‘rifiuto cessato’, trattandosi invece a tutti gli effetti di rifiuti urbani. L’attività così realizzata ha sviluppato, a partire dal 2017, un volume d’affari illecito di almeno 16 milioni di euro, tutti movimentati con transazioni in denaro contante”.
Le indagini di natura economico-finanziaria, condotte mediante accertamenti bancari e l’analisi di specifica documentazione amministrativo/contabile, “sono state individuate artificiose annotazioni tese a riciclare le somme di denaro provenienti dal traffico dei rifiuti, destinandole all’acquisto di beni immobili per un valore di circa 1 milione di euro. Unitamente alle misure cautelari personali, il GIP del Tribunale di Roma ha altresì disposto il sequestro dell’intero compendio aziendale interessato (che nel solo anno 2019 ha sviluppato un volume d’affari di oltre 25 milioni di euro), dei suoi automezzi e dei conti correnti ad esso riconducibili per un valore equivalente pari a circa 17 milioni di euro, nonché di 23 autocarri utilizzati per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti all’azienda di Cisterna di Latina”.