di Lapo Mazzei
Anche in politica ci sono questioni di cuore e questioni di soldi. Per le prime conta la passione, raramente la ragione. Per i nodi economici, invece, entrano in ballo convenienza e opportunità. Quasi mai il sentimento. Ecco perché Silvio Berlusconi, che oggi farà rientro a Roma dopo il ritiro spirituale ad Arcore, ha spiegato che se dovesse cedere le sue società “l’ultima sarebbe il Milan”. Una buona notizia per Allegri&C, che ieri hanno ufficialmente iniziato l’avventura del nuovo campionato di calcio. Un po’ meno per le altre aziende del gruppo, anche se un cavaliere senza Tv e come un astronauta in orbita senza navicella spaziale. Impossibile, sia l’una che l’altra cosa. Gli unici ai quali quel dettaglio (il Milan calcio come la ridotta della Valtellina) risulta del tutto indifferenze sono i frequentatori di palazzo Grazioli, residenza romana dell’ex premier e officina delle strategie del Pdl. A loro interessano soltanto i risultati. E proprio di questo parleranno quest’oggi l’ex presidente del Consiglio e i vertici del Psl, convocati a via del Plebiscito per il fare il punto della situazione. All’ordine del giorno, formalmente, c’è il tema della riorganizzazione del partito. In realtà si parlerà soprattutto di Imu e Iva, sostegno e al governo e elezioni anticipate. Forza Italia, per il momento può attendere. Ciò che non può più essere rinviata, invece, è la resa dei conti fra i falchi e le colombe del movimento azzurro. I primi, guidati da Denis Verdini e Daniela Santanchè, metteranno sul tavolo della trattativa i risultati dei compiti fatti a casa, riassumibili nell’assalto frontale al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomani. Colpevole, secondo i movimenti del Pdl, di tergiversare su Imu e Iva. Le colombe, invece, metteranno sul piatto il lavoro fatto per stabilizzare l’esecutivo. Che non si vede, ma si sente. Al Cavaliere, ovviamente, toccherà il compito ingrato di stabilire che siano i promossi e chi i bocciati. Di sicuro c’è che Saccomanni è finito nel mirino dei falchi non tanto per quello che ha fatto, o non avrebbe fatto, quanto per essere il vero ministro tecnico di un governo fortemente politico. Dunque privo di truppe cammellate a sostenerlo. La storia della presunta tassazione dei villini, che ha fatto ballare un bel po’ d’italiani, è la dimostrazione di quanto sia facile piazzare mine sul percorso dell’esecutivo, ben sapendo che gli sminatori sono pochi e particolarmente indaffarati. E allora non resta che attendere l’esito del vertice di oggi a Palazzo Grazioli, in modo da capire se il governo dovrà continuare a navigare a vista, in attesa del risultato delle elezioni tedesche, con i falchi richiamati all’ordine dal Cavaliere. I segnali sin qui emersi lasciano pochi margini alle previsioni. “Il Pdl non sta sfiduciando nessuno, anche perché la linea di sostegno al governo”, spiega il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, “com’è stato ribadito dal presidente Berlusconi, è di assoluta responsabilità e lealtà”. Ancor più esplicito Fabrizio Cicchitto: “Francamente alla gente interessa la battaglia sui contenuti, non quella sui nomi” sostiene il deputato del Pdl, “interessa l’abolizione dell’Imu, non l’abolizione di Saccomanni che fra l’altro in questo contesto richiederebbe un’operazione complicatissima, da prima Repubblica”. Argomenti, questi, non hanno certo frenato gli affondi dei falchi, da Renato Brunetta a Maurizio Gasparri, tutti convinti che prima o poi si arriverà ad un cambio dell’inquilino del dicastero di via XX Settembre. Resta solo da chiarire un particolare. Il vertice di oggi a Palazzo Grazioli sarà propedeutico al summit fissato dal premier Enrico Letta per mercoledì. In agenda c’è la riunione della cabina di regia tra governo e partiti, che dovrebbe mettere i primi punti fermi sulla riforma della tassazione complessiva degli immobili. E proprio perché questo è il quadro generale, il governo ha preferito affrontare l’affaire Saccomani con lo stile Letta: sobrio ma fermo. A parlare, per tutti, è il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato. Bisogna “evitare l’incremento di un punto Iva e ridurre l’Imu sulla prima casa delle famiglie”, spiega l’esponente dell’esecutivo, “sugli immobili strumentali delle aziende, sui capannoni”, ovvero sulla prima casa delle aziende. “E’ necessario togliere la pressione fiscale”, spiega Zanonato, “dove l’effetto moltiplicatore è il massimo”. Più in generale sulla crisi Zanonato ritiene che “si vedono i primi segnali incoraggianti di ripresa per il Paese e le imprese in qualche recupero della produzione, anche se bisogna intensificare più sforzi per aumentare la crescita”. E proprio perché è necessario agire ora il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, ha invitato a cena per questa sera i vertici del Parlamento. L’incontro tra Squinzi, i presidenti di Camera e Senato e i presidenti delle Commissioni, si terrà presso la foresteria di Confindustria, in via Veneto a Roma. “Incontreremo i presidenti anche per far passare i messaggi della nostra visione su tutte le situazioni”, spiega il leader degli industriali, “che dobbiamo affrontare nei prossimi mesi”. “Sarà un dialogo”, aggiunge, “com’è noto la mia è una Confindustria che dialoga, che né urla, né’ impone. Noi vogliamo dialogare”. Magari lo facessero anche gli esponenti della maggioranza e i leader di falchi e colombe del Pdl. Squinzi, poi parla della necessità di “un cambio di passo e di cultura se non si vuole rischiare di essere estromessi dalla competizione economica internazionale”. “In questi due mesi del governo Letta alcuni risultati, anche se ancora timidi, li abbiamo visti e apprezzati”. E siccome i fatti ci sono stati, secondo gli industriali, Squinzi non a timore nel sostenere stimare Saccomanni. “E’ un tecnico di altissima levatura e se dipendesse da me direi di no”. Un solo vero dubbio: ma davvero Berlusconi e con lui i falchi del Pdl, hanno intenzione di rimettersi contro Confindustria? Possibile, certo. Ma ad alto rischio, però.