Come ogni anno si avvicina la data del ricordo della strage di Capaci dove fu ucciso Giovanni Falcone e poi quella di via D’Amelio dove fu ucciso Paolo Borsellino, entrambi con la loro scorta. Eventi deflagranti nella coscienza nazionale, di quelli che segnano un’epoca e finiscono dritti nei libri di storia, quando si studierà quello che Eric Hobsbawm definì “il secolo breve”. Date importanti nella storia d’Italia, ma che questo anno assumono un significato particolare dato il difficile momento che la Repubblica sta attraversando. Difficile parlare dei due magistrati senza cadere nella trappola della retorica, ma è anche vero che in questo caso non si tratta di retorica, bensì di genuino afflato umano verso due figure che hanno segnato a tanti giovani la strada verso la legalità.
Falcone e Borsellino sono un simbolo per l’Italia che non si piega alla mafia e rappresentano le stelle polari per chi crede nell’evoluzione dell’umanità dallo stato brado di natura a quello di società civile organizzata sulla legge. La loro vicenda rappresenta anche quella voglia di riscatto civile che l’intera Sicilia e Palermo – dove i due erano nati – perseguono tuttora con ostinata determinazione. È la Sicilia dei tanti giovani che marciano con i cartelli “abbasso la mafia” e “legalità” e che ci dà speranza. La Rai ha programmato un percorso di avvicinamento a questi due eventi fatto di un palinsesto ad essi dedicato che ripercorrerà la vicenda di Falcone e Borsellino sia con documentari sia con film e incontri in studio. Ieri è stato presentato con Maria Falcone, sorella del magistrato, in videoconferenza che ha dichiarato: “ll messaggio che dobbiamo dare quest’anno è che le istituzioni, la democrazia, la vita di un Paese si salvano solo attraverso il compimento del proprio dovere, che in alcuni casi, come nel 1992 diventa eroismo”.
Dicevamo che quest’anno è un anno particolare per la commemorazione dei due magistrati, ma non solo per attingere alla loro forza morale per la lotta contro il virus, ma anche perché come ha ricordato il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, le mafie tenteranno di approfittare dell’emergenza sanitaria e quindi la figura di questi due eroi moderni deve guidarci per non abbassare mai la guardia della legalità. Il vero pericolo è infatti che ora la criminalità organizzata ne approfitti, come è sempre successo quando ci sono stati eventi catastrofici. Nuovi lucrosi business si profilano all’orizzonte per chi non ha remore morali: traffico di mascherine, disinfettanti, derrate alimentari oltre i sempre presenti traffici di droga ci allertano più che mai.