“Piano nazionale tamponi non significa tamponi per 60 milioni di italiani, ma monitoraggio per rintracciare coloro che presentano sintomi e possono innescare nuovi focolai”. E’ quanto ha detto ad Agorà il viceministro della Salute,Pierpaolo Sileri. “E’ evidente – ha continuato – che c’è disomogeneità a livello nazionale e regionale sulla presenza dei tamponi. Si stanno colmando le lacune. E’ un altro dei motivi per i quali è necessario che ci sia una regionalizzazione degli spostamenti”.
“Sono stati consegnati a oggi oltre 3,6 milioni – ha aggiunto il viceministro – ed è previsto un ulteriore incremento. Sono aumentati il numero delle consegne e i tamponi che vengono fatti. E’ necessario rendere omogenea la consegna dei tamponi ma anche far sì che vi siano i reagenti e che i kit siano completi e uguali per tutti. Rimango perplesso quando vengono presi a modello altri paesi. Andrebbe visto quanto è il numero di tamponi fatti su cento abitanti e la resa dei tamponi”.
“Tamponi e test sierologici nella fase due devono andare insieme”, ha aggiunto Sileri. “Sulla terapia con il plasma – ha aggiunto il viceministro della Salute -, l’orientamento del ministero è andare avanti con forza. Ovviamente serve un’evidenza scientifica. So che i ricercatori già la prossima settimana dovrebbero pubblicare dati che sono promettenti. Bisognerà investire in questa ricerca. Il centro nazionale sangue è già attivato e ci sono diversi centri già pronti. Vedo una prospettiva futura anche per sieri iperimmuni”.