Senatore Di Nicola (vice presidente M5S della Vigilanza), ma è normale che il direttore della scuola di giornalismo Rai, Antonio Socci, dia del traditore al Papa? “E’ una valutazione che spetta ai vertici aziendali. Visto il clamore della vicenda porterò comunque la questione in commissione di Vigilanza per una valutazione chiedendo magari anche un confronto con i vertici Rai”.
Ritiene i tweet di Socci compatibili con il suo ruolo all’interno della Rai?
“Questo è un giudizio che spetta all’azienda. Ma di certo, quelli di Socci sono giudizi irriguardosi, se non offensivi, peraltro non sostenuti da alcuna analisi, dei quali lui e l’azienda dovranno assumersi la responsabilità perché in gioco c’è l’immagine del Servizio Pubblico”.
Finora, però, dai vertici Rai non sono arrivate notizie ufficiali sulla vicenda…
“La libertà di opinione, anche quella dei dipendenti Rai, è fondamentale, ma vedere il Papa che esorta i fedeli a seguire le indicazioni dell’autorità pubblica contro il Covid, definito come un ‘traditore’, e trattato quasi come un servo del Governo è una sfida non solo al buon giornalismo ma anche alla ragione. Peraltro Socci non è nuovo a posizioni oltranziste contro il Pontefice”.
A cosa si riferisce?
“Già il 23 aprile, sempre su Twitter, aveva scritto che Bergoglio ‘ormai ha sostituito Dio con la Madre Terra… Ha privato il popolo dei sacramenti e sta devastando Chiesa e Fede’…. Mi chiedo che valenza pedagogica abbiano queste affermazioni sui giovani che Socci dovrebbe formare avviandoli alla professione giornalistica”.
Sta dicendo che Socci andrebbe rimosso dalla direzione della scuola Rai?
“Anche questa è una decisione che spetta ai vertici di Viale Mazzini. Mi pare che l’azienda si sia dotata anche sulla base delle indicazioni che sono venute dalla commissione di Vigilanza di un codice di condotta per i dipendenti a proposito dell’utilizzo dei social. Vedremo come si regoleranno”.