A sgombrare il campo da possibili timori per violazione della privacy ci ha pensato ieri sera il Consiglio dei ministri, in un decreto a firma del Guardasigilli Alfonso Bonafede, che ha messo nero su bianco le regole per il tracciamento dei contatti in funzione anti-contagio da Coronavirus tramite App. “Immuni”, questo il nome dell’applicazione, secondo quanto contenuto nel decreto è scaricabile su base volontaria, posto che i dati dovranno essere resi anonimi o se non è possibile “pseudonomizzati”, e verranno cancellati a fine emergenza o, al massimo, entro il 31 dicembre 2020. In ogni caso è esclusa la geolocalizzazione e si specifica che i dati raccolti attraverso l’applicazione non possono essere utilizzati per finalità diverse da quella del tracciamento “salva la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini statistici o di ricerca scientifica”.
Il decreto prevede esplicitamente che il mancato utilizzo dell’applicazione “non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati”. La piattaforma del ministero della Salute verrà realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni, enti pubblici o in controllo pubblico, il sistema di tracciamento inoltre dovrà tenere in considerazione l’evoluzione di sistemi internazionali oggi ancora non completamente definiti, “in particolare i modelli annunciati da Apple e Google, su cui la soluzione italiana si baserà”. A renderlo noto è stata la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano (nella foto), spiegando che “si lavora ad un’app unica a livello nazionale e interoperabile anche a livello europeo”.
L’esponente pentasetellata ha anche precisato che l’app funzionerà anche se la scaricano il 25-30% di persone, sebbene sarebbe importante che venisse adottata dal maggior numero di cittadini. Il ministero della Salute ha adottato misure tecniche e organizzative idonee a garantire un livello di sicurezza adeguato ai rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati, ma a rassicurare i cittadini è anche il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri che, in audizione davanti alle commissione riunite Finanze e Attività Produttive, ha confermato che il suo compito è quello “di fare in modo che l’app sia compatibile con le norme su sicurezza, riservatezza e privacy”.
È previsto inoltre che gli utenti ricevano, prima dell’attivazione dell’applicazione, informazioni chiare e trasparenti al fine di raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento, sulle tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e sui tempi di conservazione dei dati. Il Copasir – comitato parlamentare di controllo sui servizi – intanto avverte che il 5 maggio sentirà in audizione la ministra Pisano e il commissario Arcuri e alla fine invierà un documento alle Camere.