di Clemente Pistilli
Visco non vuole finire ai giardinetti. Dopo aver trascorso un quarto di secolo in Parlamento ed essere stato uno dei protagonisti della politica italiana, all’ex ministro l’unica poltrona seria che è rimasta è quella all’università “La Sapienza” di Roma, dove è ordinario di Scienza delle finanze presso la facoltà di Giurisprudenza. Quando si è visto recapitare dallo Studium Urbis il provvedimento con cui veniva messo in pensione a partire dal 1 luglio, l’uomo che ha fatto della lotta all’evasione fiscale una ragione di vita deve essersi visto perso. Bene dire addio a Camera e Senato per fare largo ai giovani, ma almeno la sua cattedra l’economista vuole mantenerla.
Visco ha fatto ricorso al Tar del Lazio e subito il presidente della III sezione del Tribunale amministrativo, quella che si occupa di tutti i ricorsi che riguardano l’economia italiana, ha bloccato il provvedimento. Pericolo scampato, anche se solo temporaneamente. Il 17 luglio il caso verrà discusso in aula e solo allora Visco saprà se dovrà fare fagotto.
La carriera politica
Vincenzo Visco, 71 anni compiuti il 18 marzo scorso, si è laureato in Giurisprudenza nel 1966. Ha compiuto studi presso l’università di York, in Gran Bretagna, e presso l’Università della California a Berkeley. Dopo un anno trascorso alla Banca d’Italia, nel 1969 ha iniziato la carriera accademica come assistente di Scienza delle finanze. Nel 1973 ha iniziato a insegnare presso l’Università di Pisa. Dal 1988 al 2001 è stato docente presso la Luiss di Roma e dal 2001 è ordinario sempre di Scienza delle finanze all’Università “La Sapienza”. Una carriera lunga 44 anni, nel corso della quale l’economista amante della musica classica e del mare, quella che gli è costata una condanna per abusivismo edilizio nella sua villetta di Pantelleria, ha scritto centinaia di articoli e saggi. Dal 1982, inoltre, Visco è socio della Società italiana degli economisti e dal 2001 è presidente del Centro Studi Nens (Nuova Economia Nuova Società).
La politica
Gli studi non hanno impedito a Visco di coltivare l’altra sua grande passione: la politica. Venticinque anni in Parlamento, tre volte ministro e una volta vice con sei diversi Governi. Il 71enne iniziò a collaborare con vari Ministeri nel 1971, all’età di 29 anni, entrò in Parlamento dodici anni dopo, eletto come indipendente di sinistra nelle liste del Pci, “ministro” nel “Governo ombra” voluto da Achille Occhetto nel 1989, ottenne per la prima volta la titolarità del dicastero delle Finanze nel 1993 da Carlo Azeglio Ciampi, salvo dimettersi dopo quattro giorni per protesta contro il voto contrario della Camera sull’autorizzazione a procedere per Bettino Craxi. Visco ha sognato di trasformare gli italiani in un popolo di virtuosi contribuenti. Nel 2007 è stato protagonista delle cronache per lo scontro con l’allora comandante generale della Guardia di finanza, Roberto Speciale, poi per i redditi on line dei contribuenti e per l’assunzione del figlio Gabriele alla società “Sviluppo Italia”, controllata dal Ministero dell’Economia, oltre che per aver denunciato alla Procura di Milano i cosiddetti “spioni di Prodi”. “Mettere Visco alle Finanze è come mettere Dracula alla guida dell’Avis”, affermava il suo principale antagonista, Giulio Tremonti. “Pagare tutti per pagare meno”, sosteneva invece l’economista. Nel 2008 Visco non si è ricandidato. “Largo ai giovani”, affermò.
No alla pensione
Rimasto con la sola poltrona dell’università, il 71enne si è visto recapitare, il 21 giugno scorso, una nota del rettore Luigi Frati, con cui gli veniva comunicato il “collocamento a riposo” a partire dal 1 luglio. Brutto periodo per l’economista. Dopo una vita spesa a combattere gli evasori, per alcune consulenze del Nens al colosso delle cooperative rosse Ccpl di Reggio Emilia, ha visto di recente l’Agenzia delle entrate indagare su una presunta evasione di tre milioni di euro. Poi il forzato addio alla carriera accademica. Visco ha impugnato il provvedimento del rettore al Tar del Lazio e il giudice Franco Bianchi non ha perso tempo, sospendendo subito sospeso l’atto che mandava a casa l’economista. Il ricorso dovrà essere discusso il prossimo 17 luglio, con il 71enne contro l’università “La Sapienza” e il Ministero retto dalla collega scienziata Maria Chiara Carrozza. Visco barcolla ma non molla.