Insistere, resistere e se il problema persiste adesso c’è un numero a cui denunciare. La parte del decreto liquidità più attesa dalle piccole imprese, e cioè l’apertura di una linea di credito fino a 25mila euro garantita dallo Stato, sta incontrando molte difficoltà. Nelle intenzioni del Governo, il provvedimento doveva dare ossigeno alle imprese con la massima velocità. Perciò è stato praticamente azzerato il rischio per le banche che erogheranno le somme, a cui un apposito fondo restituirà i prestiti eventualmente non rimborsati. Gli istituti, che attraverso l’Abi (la loro associazione di rappresentanza) si sono impegnati a dare seguito al provvedimento, in realtà però stanno tutt’altro che correndo.
FINTA BUROCRAZIA. Seppure esentate dall’esame di merito del soggetto richiedente, le banche non stanno raccogliendo tutte le domande, e in molti casi hanno respinto sommariamente le richieste o le stanno rallentando con cavilli burocratici e libere interpretazioni su come vada scritta ogni riga dei moduli da presentare. Rifiuti che scoraggiano gli imprenditori e alimentano la delusione per l’iniziativa del Governo, malgrado questo sia chiaramente incolpevole di un tale atteggiamento. Secondo alcune segnalazioni, non ci sarebbero però gruppi bancari preconcettualmente più disponibili e altri più ostili nel concedere i prestiti, ed è capitato che di fronte alla stessa identica pratica un istituto abbia accolto la richiesta e un altro l’abbia rifiutata. Una situazione che può verificarsi all’interno della stessa banca, a seconda di cosa decidano le agenzie alla quali ci si è rivolge.
BANCHIERI E BANCARI. Sarebbero, insomma, i singoli responsabili dei crediti o i direttori dei diversi sportelli a fare la differenza, e per tanto le imprese che ambiscono ai 25mila euro di finanziamento devono insistere o resistere, se non addirittura cambiare agenzia o banca. Di fronte a un tale atteggiamento, è adesso intervenuta la Banca d’Italia, attivando un nuovo canale di comunicazione diretta con i cittadini per fornire informazioni, rispondere alle richieste e permettere di segnalare problemi attinenti alle relazioni con le banche e gli altri intermediari finanziari nell’utilizzo delle misure di sostegno alle famiglie e alle imprese. I cittadini interessati possono utilizzare il servizio di helpdesk chiamando il numero verde 800196969 (opzione 0) attivo 24 ore su 24. Ai segnalanti è promesso di dare riscontro entro 24 ore lavorative. Questa linea diretta con la Banca d’Italia si aggiunge ai servizi già disponibili del portale Servizi on linee e dell’Arbitro bancario finanziario.
I PRIMI NUMERI. Che la situazione sia zeppa di anomalie e a macchia di leopardo nel Paese lo dimostrano i primi dati forniti dalle singole banche. Il Mediocredito centrale competente per la gestione del Fondo di garanzia ha registrato 20.824 domande dall’avvio del provvedimento al 25 aprile, con una forte accelerazione negli ultimi giorni.Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro ieri ha parlato di 14.000 richieste e di 2 miliardi erogati alle piccole imprese tra marzo e aprile. Un gruppo di dimensioni enormemente più piccole, come la BCC di Roma, già il 20 aprile ha erogato i primi prestiti con la nuova garanzia, arrivati ieri a 1.038 su 5.200 domande. La buona volontà dello Stato, la disponibilità delle banche e la richieste degli imprenditori sembrano però non bastare, e perciò serve insistere. O in alternativa fare uno squillo a Bankitalia.