Matteo Salvini mostra la corda. Troppi errori commessi, dal siluramento del governo giallo-verde deciso sulla spiaggia del Papeete all’insistenza ossessiva sul Mes, dall’alleanza coi sovranisti europei che all’atto pratico sono sempre andati contro l’Italia, fino alla scelta di una linea di ostilità al governo nella pandemia cercando di speculare su una tragedia nazionale. Una politica troppo rozza, insomma. Così il gradimento popolare per Salvini sembra in discesa, stando ai sondaggi, e c’è scontento nel partito.
Il Capitano pare essere contestato da almeno due grossi calibri della Lega: più o meno apertamente da Giancarlo Giorgetti, col quale Salvini avrebbe avuto uno scontro molto duro proprio sulla linea politica, e sotterraneamente da Luca Zaia. Molti hanno notato che Salvini non ha speso una parola per i successi del governatore veneto nel contrastare l’epidemia, e invece si è sbracciato a difendere il governatore lombardo, Attilio Fontana, investito dal disastro organizzativo-sanitario della Regione.
La Meloni, invece, pur meno rozza di Salvini, ne segue la linea e sostanzialmente non ha argomenti propri. Giovedì, a Montecitorio, nelle ore in cui Conte ingaggiava coi partner europei un duello di vita o di morte, con l’Italia sull’orlo del baratro di una crisi greca, il Pil sceso del 15%, il debito salito al 155% intorno a 2.500 miliardi di euro, la Banca d’Italia che fatica a finanziarsi sui mercati internazionali ed è costretta a pagare interessi sulle emissioni che sono più del doppio di quelli che paga la Spagna, la Meloni ha incentrato il suo intervento “sul rischio che il Parlamento venga delegittimato”, perché “il potere legislativo comprime le funzioni della rappresentatività parlamentare”.
Sai che brividi di ansia tra la gente, specie quelli che oggi non lavorano e fanno fatica a comprare il pane. Dunque anche la Meloni gira a un livello troppo basso. Auguriamoci che la politica ci dia presto qualcosa di meglio, perché l’Italia avrebbe bisogno di tutti o quasi tutti per rinascere da questa pandemia, e sarà un’operazione difficile, ancor più difficile qualora mezzo Paese rimanesse affondato nei gironi infimi dell’inferno politico.