L'Editoriale

La bugia degli aiuti mai arrivati

Stesi da due mesi di economia paralizzata per il Coronavirus, ora che si avvicina la fine del lockdown la domanda di tutti è con che soldi camperemo. Il Governo Conte ha fatto un miracolo costringendo a discutere di Recovery Fund un’Europa riottosa a mettere mano al portafoglio. Purtroppo però l’eurosistema è talmente burocratico e lento da rendere lontana l’effettiva disponibilità di quei 1.500 miliardi di aiuti auspicati non solo dall’Italia. Dunque dovremo cavarcela facendo quasi tutto da soli. Come sempre.

Se lasciamo perdere i fogliacci della propaganda di destra, secondo cui qualunque cosa faccia Palazzo Chigi è sbagliata, non possiamo che prendere atto di una serie di sforzi senza precedenti. I comparti sanitario e del welfare stanno reggendo, nonostante i pasticci delle Regioni, tra delibere sbagliate e mascherine comprate da speculatori e truffatori. Molto meglio hanno fatto i Comuni, con i sindaci quasi ovunque pronti nel dare un primo sostegno con i buoni spesa alle famiglie indigenti.

Su questo punto, Roma è la punta di diamante con migliaia di ticket già consegnati, anche ricorrendo a un’App, ma così come la Raggi stanno facendo un gran lavoro Sala, Appendino, Orlando, de Magistris e tanti altri, indipendentemente dal colore politico. Lo Stato da parte sua ha accreditato a oltre due milioni di lavoratori autonomi i 600 euro previsti a marzo, e tra breve farà lo stesso per aprile, portando la somma a 800 euro. Altri milioni di lavoratori sono stati messi in cassa integrazione, anche in deroga ai settori in cui non è prevista.

Tutto questo è poco? Senz’altro se l’intervento pubblico si fermasse qui, come ci raccontano a reti tv unificate Salvini, Meloni e i loro trombettieri, ma questo è solo l’inizio. Il sistema di garanzie bancarie fino a 400 miliardi è in Italia il più imponente di sempre. E se le banche non tradiranno gli impegni presi ci sarà una prima boccata d’ossigeno. La leva necessaria per riprendersi, a patto che il Fisco ci dia tregua e si aprano subito i cantieri, anche in deroga al Codice degli appalti, sul modello Genova. Un ventaglio di interventi, insomma, che presi singolarmente fanno poco, ma insieme danno chance serie alla ripresa.