Sembra incredibile ma mentre il Paese vive la sua peggiore crisi sanitaria e la magistratura indaga sui troppi decessi nelle case di cura, c’è chi trova il tempo per prendersela con i pm. Può sembrare paradossale ma le critiche alle toghe non sono piovute solo dalle opposizioni ma addirittura dal cuore del Csm, ossia dall’organo di autogoverno delle toghe, scatenando l’ennesima spaccatura del Consiglio superiore della magistratura. A fare la voce grossa, rievocando gli anni in cui Silvio Berlusconi sparava a zero sulla politicizzazione dei pm, è stato il consigliere laico di Forza Italia, Alessio Lanzi in un’intervista a La Stampa. Al quotidiano il forzista ha raccontato di quello che definisce “un attacco strumentale al modello politico di centrodestra della Regione Lombardia, alimentato da un’inchiesta giudiziaria spettacolarizzata”.
In altre parole ci sarebbe lo zampino delle toghe che avrebbero dato la vicenda in pasto ai media per terremotare il governatore Attilio Fontana, senza dare risalto agli altri “episodi analoghi” che “si sono verificati in tante regioni”. Per Lanzi, ad esempio, “anche a Roma ci sono stati fatti gravi come la diffusione anticipata delle bozze dei decreti, con pericolosi esodi di massa, eppure non risultano indagini, per esempio, per mancato impedimento dei contagi”. Se non fosse sufficientemente chiaro, il forzista aggiunge che “indagare è doveroso. Ma quando e come è una valutazione discrezionale dei pm, che in questi giorni comporta una smaccata sovraesposizione mediatica. Non mi è piaciuta la perquisizione della Finanza in Regione trasmessa in tv, mentre lì dentro si lavora in trincea per evitare altri morti”.
L’INDIGNAZIONE. Parole che sono inevitabilmente finite al centro del plenum di ieri del Csm e che hanno scatenato un vespaio di polemiche. In apertura della riunione a sbattere i pugni è stato Giuseppe Cascini di Area (nella foto), secondo cui le affermazioni di Lanzi hanno “delegittimato il ruolo dell’autorità giudiziaria” e per questo “in assenza di una netta smentita, chiederemo l’apertura di una pratica a tutela” dei pm di Milano. Del resto, tiene a precisare Cascini, “compito del CSM è quello di tutelare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”, non attaccarla in modo pretestuoso, e che i componenti del Consiglio “non dovrebbero mai esprimere giudizi sul merito di una iniziativa giudiziaria in corso e certamente mai dovrebbero farlo con quei toni e quelle espressioni” che distruggono la fiducia dei cittadini nell’autorità giudiziaria.
Critiche a cui non ha tardato a rispondere lo stesso Lanzi che, quasi sorpreso si è esibito in un mezzo passo indietro raccontando di non aver “mai delegittimato nessuno” e sottolineando che, a suo dire, “non c’è nessun attacco alla magistratura, ma opinioni espresse nell’ambito della libera manifestazione del pensiero”. Anzi la colpa del fraintendimento sarebbe, sempre secondo il forzista, legata al “titolo dell’intervista, in un certo modo polemico” che “non è opera mia ma del giornale”.