di Matilde Miceli
Un altro esposto rischia di arrivare alla Procura della Repubblica di Roma nei prossimi giorni. Questa volta a presentarlo potrebbe essere l’AssoTutela. L’Associazione per la tutela del cittadino attacca il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, denunciando la difficoltà di accedere ai farmaci antitumorali di ultima generazione. I medicinali, che hanno avuto il via libera dall’Agenzia europea dei farmaci e dall’Aifa, l’omologa italiana, sono si disponibili in farmacia ma non sono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. Per curarsi i cittadini devono pagare interamente di tasca propria. “Se entro 48 ore il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non darà rassicurazioni convincenti sulla revisione completa del decreto Balduzzi, in merito ai farmaci antitumorali a pagamento – ha minacciato Michel Emi Maritato, presidente di Assotutela -, presenteremo un esposto in procura per negato diritto alla salute anche per le persone meno abbienti e in violazione dell’articolo 32 della Carta Costituzionale”.
Maritato poi spiega: “E’ inaccettabile che si possa consentire la cura del carcinoma mammario solo ha persone che hanno la disponibilità di decine e decine di migliaia di euro perché i farmaci di ultimissima generazione, che hanno ricevuto il via libera dall’agenzia europea dei farmaci e dalla nostra Aifa, sono in vendita in farmacia e a carico completo del paziente”.
Il decreto Balduzzi, appena entrato in vigore, sta creando scompiglio. I farmaci antitumorali diventati a pagamento, infatti, hanno dei costi elevatissimi, che vanno dai 6 mila euro per le prime somministrazioni nella terapia anticancro, ai 3 mila euro ogni 21 giorni di trattamento. “Ci fa rimanere basiti pensare alla passerella di politici e istituzioni ai vari appuntamenti di ‘Rave the cure’ la maratona annuale contro il cancro al seno – continua il presidente di Assotutela – Quegli stessi politici che ora vorremmo vedere dare battaglia per abrogare questa parte del decreto Balduzzi di novembre 2012 e entrato in vigore negli ultimi giorni. Aspettiamo una risposta tempestiva sulla vicenda perché un decreto del genere – conclude Maritato – fa regredire l’Italia all’ultimo posto tra i paesi civili che garantiscono in egual misura ai suoi cittadini la cura della malattia”.