Un’assicurazione per i gay. Senza diritti ci si arrangia così

di Francesco Nardi

Si chiama arte di arrangiarsi ed è utile in tantissime occasioni. Anche quando lo Stato non garantisce diritti di banale evidenza e ci si trova quindi costretti a inventarsi qualcosa per correre ai ripari e limitare i danni. è il caso, nello specifico, delle coppie di fatto cui il nostro ordinamento nega ancora concrete forme di riconoscimento, dalle quali possano scaturire quei diritti per cui da molti anni, e sempre con maggiore vigore, si lotta.
Per le coppie eterosessuali il danno è relativo: resta grave che le unioni di fatto non siano riconosciute, ma è pur vero che il matrimonio civile esiste è che in fin dei conti chi desidera diritti e garanzie nell’ordinamento può trovarle. Diverso è per le coppie omossessuali, per le quali non c’è nulla di nulla.
Come fare dunque? In attesa che il Paese si risvegli dal sonno della ragione e si accorga di trovarsi nel XXI secolo, un’agenza assicurativa ha pensato di ricordare ai suoi potenziali clienti che determinate polizze assicurative possono essere utilizzate per tamponare, almeno sotto qualche aspetto, le lacune della nostra legislazione in termini di diritti, e segnatamente a proposito della reversibilità della pensione o della destinazione ereditaria di beni tra conviventi.

Se il marketing è sostanza
L’idea è venuta a un’agenzia di Genova dell’Axa Assicurazioni ed è certamente brillante sotto il profilo del marketing. Nella sostanza si tratta di strumenti che esistono da sempre e che possono essere utilizzati per “assicurare” rapporti tra persone di qualunque sesso. Rileva però il modo in cui in questo Paese si è costretti a industriarsi per trovare forme di tutela che dovrebbero essere normalmente garantite. Purtroppo però sul tema la discussione, intavolata ad ogni livello da anni, non ha mai prodotto risultati apprezzabili, impantanata com’è tra resistenze e pregiudizi oltre che minata da rivendicazioni ispirate a principi sacrosanti ma che molto spesso vengono poste in modo autolesionista e strategicamente fallimentare. Passi avanti se ne stanno comunque facendo. Non a caso il numero di comuni anche grandi, nei quali è stata istituita l’anagrafe delle coppie di fatto è sempre più alto. Tuttavia si tratta di un fenomeno che oltre a produrre dibattito e concedere scampoli di dignità alle coppie conviventi non può per sua natura introdurre nulla di assimilabile a veri e propri diritti. E non deve essere un caso che questa idea sia venuta in mente proprio a degli assicuratori di Genova. Nel capoluogo ligure, infatti, l’elenco delle coppie di fatto è stato appena introdotto, insieme ad una serie di altri provvedimenti che, per quanto pertiene all’autonomia locale, remano nella direzione della parificazione di genere. Tra le novità c’è anche la possibilità per i conviventi di suggellare la formalizzazione dell’iscrizione nell’elenco con una cerimonia ispirata a quella del rito civile e che può tenersi negli stessi luoghi dove si tengono i matrimoni. Per di più con l’introduzione di nuove tariffe, scontate, che rendono accessibili anche le sedi più prestigiose.

L’unione fa l’inventiva
Tutto molto bello, insomma, ma comunque ancora lontanissimo da quello che serve davvero: una legge chiara, semplice, e che sistemi questa disparità incomprensibile. L’idea dell’agenzia genovese ,portata avanti grazie al sodalizio con l’associazione l’Approdo, serve comunque ad almeno due scopi. Il primo, che è quello di sempre: tenere alta l’attenzione sul tema al fine di manifestare la lecita pressione perché si giunga prima o poi a una soluzione.
E poi anche a sottolineare che molto spesso, approcciando a vari problemi, non è necessario inventarsi molto. Capita che delle soluzioni, anche se incomplete e insufficienti, siano a portata di mano. Proprio come nel caso di queste polizze che sono lì da anni e che magari da oggi potranno essere considerate da quanti non hanno più voglia di apettare che la politica si accorga di loro. Intanto, ci si arrangia come si può.

@coconardi