L’avvento del Coronavirus sta trasformando in parte alcune caratteristiche del consumo televisivo degli italiani che, tra fine febbraio e marzo, ha fatto registrare un vero e proprio boom in tutte le fasce orarie. In primo luogo, a risentire degli effetti positivi è stato l’intero bacino, con massimi per quel che riguarda il mattino, che arriva anche oltre il 100% di crescita, il pomeriggio (picchi del +70%) e il prime time (mediamente +30%). Inevitabilmente la questione si è riverberata anche sulla fascia cosiddetta ‘preserale’, un tempo momento della giornata in cui in qualche modo i network iniziavano a contendersi gli ascoltatori per poi convogliarli sulla prima serata, ora – con la diffusione della pandemia – tramutatasi di fatto in un prime time a tutti gli effetti, sia per le stesse reti che per gli investitori pubblicitari.
I meno giovani (tra cui chi scrive) tra noi ricorderanno cosa era il preserale quando c’era ancora Carosello. Un momento quasi ‘rituale’ del consumo televisivo tanto che la Rai vi aveva destinato un programma rimasto indelebile nell’immaginario collettivo come il mitico Almanacco del giorno dopo, rubrica storica che conteneva riferimenti alle stagioni, alle fasi lunari, ai santi del giorno successivo così come i grandi fatti accaduti nel passato quello stesso giorno, oltre a ricette e alle previsioni del tempo con Che tempo fa, presentato da personaggi quasi leggendari come il colonnello Bernacca, Andrea Baroni e Guido Caroselli. Oggi, con una tv molto più laica e commerciale, il preserale è suddiviso tra varietà, satira, quiz e informazione, suddivisi più o meno equamente tra i vari canali della tv di Stato e delle altre emittenti.
Come già anticipato, anche questa fascia, in questo particolare momento storico, ha avuto un aumento medio intorno al +40%, con picchi oltre il 50% per quel che riguarda l’informazione. Secondo OmnicomMediaGroup, multinazionale che realizza dati e analisi per le più grandi aziende del mondo che pianificano pubblicità in Italia, i tre grossi approfondimenti informativi di questo slot sono naturalmente tutti in crescita: parliamo di Tg2 Post, condotto su Rai Due da Manuela Moreno, Stasera Italia su Rete 4, con Barbara Palombelli, Stasera Italia Weekend, con Veronica Gentili, e Otto e Mezzo, su La 7 con Lilli Gruber. Tg2 Post, nel periodo dal 23 febbraio al 4 aprile 2020, ha tenuto una media di 1.519.632 spettatori (share medio del 5,04%), registrando quindi un +56,4% di audience rispetto al periodo omologo del 2019.
Stasera Italia, nello stesso lasso di tempo, ha avuto una media di 1.503.186 utenti davanti alla tv (share medio 5%), producendo il +31,2% di audience rispetto allo scorso anno. Più incisiva la crescita di Stasera Italia Weekend che, con 1.408.084 spettatori di media (share 4,9%), sale del 57,5% nei confronti dell’omologo periodo dell’annata passata. Otto e mezzo è seguito mediamente da 2.322.993 individui (share medio 7,7%) e aumenta del 27,1% mentre nella versione Otto e mezzo sabato (1.788.416 spettatori medi, 6,1% di share medio) la crescita è addirittura del 96,2%. Insomma, bilancio estremamente positivo anche per l’informazione del ‘preserale’ nel periodo preso in considerazione, ovviamente un momento storico fuori dall’ordinario in cui questi format d’approfondimento assumono grande importanza presso il pubblico.