Da ben nove mesi il vertice della Procura di Perugia è vacante. Eppure al Csm non si riesce a trovare un accordo su chi possa prendere le redini dell’ufficio umbro, incaricato di giudicare i reati commessi dai colleghi di Roma e che da mesi lavora sugli incontri tra il pm Luca Palamara e politici per concordare nomine negli uffici giudiziari. La prima votazione ha spaccato in due il Consiglio: 3 voti sono andati a Raffaele Cantone, l’ex presidente dell’Authority anticorruzione che a maggio scorso si è dimesso dall’incarico, e due a Luca Masini, procuratore aggiunto a Salerno che ha retto l’ufficio campano fino alla nomina del procuratore Giuseppe Borrelli del gennaio scorso.
Non si tratta di una spaccatura di poco conto. Tra chi ha puntato su Masini c’è Piercamillo Davigo, leader della corrente Autonomia&Indipendenza (A&I), che di darla vinta a chi vuole Cantone non ne vuole sapere. Secondo lui il procuratore aggiunto di Salerno “è nettamente più titolato” a ricoprire l’incarico perché “ha svolto le funzioni requirenti quasi per il doppio degli anni” rispetto all’ex presidente dell’Anac. Ora si attende il via libera ai 2 candidati, Masini e Cantone, dal guardasigilli e dopo si terrà il plenum del Csm. Al momento appare favorito l’ex presidente Anac su cui dovrebbero convergere 10 voti: 5 di Area, 3 di M5S e 2 dei forzisti. Su Masini, invece, i voti sicuri sono 9: 4 di A&I, 3 di Magistratura indipendente e i 2 della Lega.