Chissà se non si poteva fare di più per contenere i contagi che stanno aumentando esponenzialmente in tutto il mondo. Un dubbio lecito perché l’esempio della Cina prima e dell’Italia poi, come anche gli appelli di questi Paesi a “darsi da fare” per arrestare la diffusione del Sars-Cov2, erano sotto gli occhi di tutti. Parole al vento, forse bollate addirittura come presagi di sventura da chi li riceveva, che si sono trasformate in una tragica realtà fatta di oltre 187mila contagi e 7.494 decessi su scala globale. Numeri choc che non risparmiano nessuno e che sono in continua – ed esponenziale – crescita soprattutto in occidente dove ormai l’emergenza sta diventando pesantissima. Se noi siamo nel pieno del ciclone, non se la passano di certo meglio i nostri vicini.
Ormai da giorni gli esperti puntano il dito sulla Spagna e sugli Usa in cui l’aumento dei casi galoppa addirittura più di quanto non accada in Italia. Seppur con una settimana di ritardo rispetto a noi, nel Paese iberico le persone infettate sono 11.309, con un incremento di oltre mille contagi in un solo giorno. Se si prende a riferimento il giorno in cui i contagi hanno superato quota 400, quindi diciannove giorni fa in Italia e dieci giorni fa in Spagna, a parità di tempo la crescita di casi nel Paese iberico è stata doppia con Roma che è arrivata a 4.636 contagi contro i 9 mila raggiunti a Madrid. Una situazione scappata di mano, già costata la vita a 335 persone, che ieri ha costretto il premier Pedro Sánchez a chiudere le frontiere di terra dalla mezzanotte di oggi fino a nuove disposizioni.
RESA EUROPEA. Seppur al momento meno grave, non dorme sonni tranquilli neanche la Francia. Qui i contagi sono 5397, con 127 morti, ma per giorni si è vissuto come niente fosse. Basti pensare che lo scorso fine settimana, nonostante i contagi fossero già migliaia, non si è rinunciato alle elezioni comunali. Eppure anche qui tutto è cambiato in poche ore tanto che è stato già deciso che i ballottaggi saranno rinviati e, in prima serata, il presidente Emmanuel Macron ha parlato alla nazione annunciando l’isolamento sul modello italiano per 15 giorni. Preoccupa anche la situazione tedesca dove i casi sono saliti a 6672 a fronte di appena 14 decessi.
Risultati contenuti grazie alle capacità del sistema sanitario dei Lander che, a conti fatti, vanta un posto letto ogni mille abitanti. Ma che anche la Germania sia in piena emergenza lo si scopre ogni giorno di più. La Baviera, infatti, ha dichiarato lo stato di calamità e ha sospeso il vincolo del freno al debito per contrastare al meglio l’impatto del coronavirus sull’economia iniettando 10 miliardi di fondi. Ma c’è di più perché in serata ha parlato anche la Cancelliera Angela Merkel annunciando la chiusura dei negozi nel Paese e lo stop alle celebrazioni religiose.
STESSI ERRORI. In Gran Bretagna, secondo un documento del Foreign Office, il livello ufficiale di rischio è diventato “alto”, dopo che i casi confermati sono diventati 1.543 nella mattinata di lunedì. Per questo il primo ministro Boris Johnson, già criticato dopo la pubblicazione del report in cui il governo ha stimato che 8 milioni di cittadini avranno bisogno del ricovero ospedaliero, in queste ore sta iniziando a pensare a politiche restrittive. Insomma qualcosa già visto con Donald Trump che dopo aver inizialmente ignorato il problema, nei giorni scorsi ha dichiarato l’emergenza nazionale e sta correndo ai ripari.