di Alessandro Barcella
“E’ la prima volta nella storia dei mercati generali di Milano che si debbano applicare misure di tutela di questo tipo”. La fonte interna a Sogemi con cui parliamo, e a cui non attribuiremo alcun nome, ci racconta di una situazione del tutto straordinaria. La Notizia è venuta a sapere che Presidente e Direttore generale della società, che gestisce i mercati generali di Milano, sono da tempo sotto scorta privata. E’ incredibile ma può capitare, quando per lavoro si vanno a toccare interessi, piccoli o grandi, quando si vanno ad alterare economie illegali incrostate da tempo. Ma cominciamo questa storia dall’inizio.
Una città nella città
Sogemi S.p.A. è la partecipata del Comune(che la detiene al 99,9946%) che si occupa dei 600mila metri quadrati dei mercati agroalimentari all’ingrosso, tra le maggiori realtà a livello europeo e con un ortofrutticolo che è il più grande d’Italia per movimentazione-merci. Strutture leader anche gli altri 3 mercati presenti all’interno dell’area di via Lombroso(l’ittico, il floricolo, e l’avicunicolo). Una “macchina da guerra” che ha registrato, nel 2011, quasi 14 milioni di Euro di fatturato. Una realtà nata come Ortomercato SpA nel 1965, dapprima solo ortofrutticolo, trasformandosi appunto in Sogemi nel 1980. Cambia il mercato dunque e cambia nel frattempo la stessa città che cresce attorno. La città comincia a farsi più cattiva. E’ la Milano del boss catanese Epaminonda, la Milano dei “mammasantissima” calabresi mandati al confino nelle piccole cittadine dell’hinterland del capoluogo. Gli affari milionari di droga e armi si fanno in silenzio e il grande mercato generale non può non fare gola: la Piovra comincia ad allungare timidamente i propri tentacoli in quella direzione.
Il night delle ‘ndrine
Sono gli anni dei blitz delle Forze dell’ordine e dei sindacalisti interni picchiati come Joseph Dioli, gli anni dei processi alla ‘ndrangheta, che all’interno dell’ortomercato aveva creato addirittura un proprio night club, il “For a king”. I mercati di Milano sono oggi ben altra cosa, una pulizia profonda è stata fatta su appalti e fornitori, frequentatori a vario titolo e cooperative di facchinaggio.
La necessità di scorta, tuttavia, mostra che qualcosa sembra ancora non tornare. Sono Luigi Predeval e Stefano Zani, Presidente e Direttore Generale dei mercati, ad aver subito le minacce in oggetto. “A Maggio 2012 abbiamo provveduto a sgomberare l’area Tir, all’interno della quale c’era un parcheggiatore abusivo presente dai primi ’90 – ci racconta la nostra fonte interna all’azienda -. Abbiamo incrementato i controlli sui lavoratori impiegati dai grossisti, puntando all’eradicamento del lavoro nero: una tale pulizia può portare con sé problemi, così come quando di colpo butti fuori dal giro del lavoro 16 cooperative”.
La duplice tutela, a carico economico del bilancio di Sogemi per un importo totale tra i 50 e i 100mila euro, è allora naturale conseguenza di un lavoro fatto e che prosegue senza sosta. “Rimane oggi la questione di alcuni posteggiatori abusivi, che in orario di apertura scavalcano le recinzioni e si mettono a disposizione dei veicoli presenti, almeno 80-100 persone – prosegue la nostra fonte -. Su questi Sogemi possiamo fare ben poco: ocorre l’intervento della polizia locale”. Le minacce personali al momento si sarebbero quietate, ma la scorta rimane e si è recentemente siglato un protocollo per il contrasto delle infiltrazioni criminali. Un patto firmato anche da Prefettura, Comune, Cgil, Cisl, Uil,Cooperative e Associazioni dei grossisti, dei dettaglianti e degli ambulanti. Un patto che continua a dichiarare guerra anche a fattispecie illegali quali furti, aggressioni e caporalato. “In appena 9 mesi la società ha comminato multe per reati di varia natura per oltre 16mila euro”, conclude la fonte. Sogemi resta attenta e vigile. Ma pur sempre in prima linea, in una guerra silenziosa.