Dopo aver provocato una tempesta sui mercati finanziari ed essersi attirata critiche bipartisan, la Bce torna sui suoi passi e prova a metterci una pezza. Ma a farlo non è la gaffeur francese Christine Lagarde, palesemente inadeguata, ma il capo economista dell’Eurotower, Philip Lane, in un blog sul sito della Banca Centrale. “Siamo pronti a fare di più e ad adottare tutti i nostri strumenti, se necessario, per assicurare che gli alti spread che vediamo oggi, a causa dell’accelerazione del coronavirus, non mettano in pericolo la trasmissione della nostra politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona”, ha rassicurato.
Anche perché l’attuale presidente della Bce quando ricopriva lo stesso ruolo al Fondo Monetario internazionale viene tristemente ricordata come parte fondamentale di quella Troika che certo non ha mostrato solidarietà e buon senso nei confronti dei paesi in difficoltà. Il caso greco docet ma ci provò anche con l’Italia: fu lei nel 2011 a proporre al governo Berlusconi gli aiuti della Troika. Emblematica la risposta del dell’Economia di allora Giulio Tremonti: “Conosco modi migliori di suicidarsi”. Significativo che a scagliarsi contro le parole della Lagarde siano stati prima il capo dello Stato Mattarella – e tutti i rappresentanti politici italiani – e poi ieri anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Un brutto risveglio, stamattina. Abbiamo visto le reazioni a quest’uscita della presidente della Bce che mettono molta preoccupazione. Siamo in una fase molto delicata, e naturalmente quelle parole, che indicano in maniera molto superficiale creando questa reazione nei mercati, aumentano la difficoltà”.
Difficoltà che si spera siano superate passando dalle parole ai fatti, come sembra aver capito Lane che, sempre nel blog, ha aggiunto che la Bce ieri ha aumentato di 120 miliardi il programma di acquisti di titoli per il 2020 e che intende assicurare una “presenza robusta” sul mercato obbligazionario. La “colomba” del board Bce – vicino all’ex presidente Draghi – ha aggiunto che di fronte al doppio shock economico del coronavirus i governi oltre a fronteggiare l’emergenza sanitaria dovrebbero agire con “garanzie sui prestiti” per facilitare la successiva ripresa di imprese che erano sane prima della crisi. Sottolineando che la “risposta ambiziosa e coordinata di politica di bilancio” dovrebbe “anche includere un sostegno ai lavoratori che affrontano un declino temporaneo delle retribuzioni”.