Il risultato non era così scontato. Non fosse altro per il fatto che i vertici pentastellati – Vito Crimi, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio in testa – non vedevano di buon occhio un’alleanza col Pd alle elezioni regionali. Né in Liguria né altrove. D’altronde, a ben pensarci, dopo la batosta in Umbria – dove come si ricorderà Movimento Cinque Stelle, Pd e Leu cercarono un alleato condiviso e andarono insieme alle urne, riportando una sonora sconfitta per la gioia di Matteo Salvini – i leader pentastellati erano stati più che chiari sulla necessità di mantenere la barra dritta e, dunque, di procedere ognuno per la propria strada. In Liguria, però, pian piano e soprattutto dopo l’appiattimento elettorale del Movimento alle regionali in Calabria e in Emilia Romagna, ha cominciata a farsi sempre più insistente tra gli attivisti locali la convinzione che l’unica soluzione per tentare di sconfiggere il governatore uscente Giovanni Toti è unire le forze.
E così alla fine l’hanno spuntata loro: gli attivisti liguri hanno preteso e ottenuto che la possibilità di un’alleanza col Pd in Regione si mettesse ai voti su Rousseau e così è stato fatto. E alla fine ha vinto il Sì all’alleanza: il 57,7% degli iscritti al M5S in Liguria vuole correre la campagna elettorale per le elezioni regionali con il Pd. Alle ore 12,00 di ieri si è conclusa la consultazione sulla piattaforma digitale Rousseau: dopo 24 ore di urne aperte, gli iscritti M5S abilitati al voto residenti in Liguria hanno risposto al quesito posto dal capo politico di aprire una trattativa con il Partito democratico e con altre forze civiche e politiche, per le prossime elezioni regionali. Sono state espresse complessivamente 1.664 preferenze da parte degli aventi diritto al voto. I Sì sono stati 960 (57,7%), i No 704 voti (42.3%).
I PROSSIMI PASSI. A questo punto, come aveva già indicato Crimi, l’alleanza prevederà il passo indietro della candidata presidente Alice Salvatore, capogruppo regionale del Movimento ed eletta proprio su Rousseau un mese fa, quando il M5S intendeva correre in solitaria la marcia per le elezioni regionali. Dovrebbe immediatamente partire il tavolo con il centrosinistra e il Pd e, nel giro di pochi giorni, dovrebbe essere individuato un candidato civico unitario di tutta la coalizione. Ma il nome su cui potrebbero convergere le due forze politiche pare essere quello di Ferruccio Sansa, autorevole giornalista d’inchiesta del Fatto Quotidiano, che bene conosce la terra ligure, i suoi problemi e le due virtù. A meno che non scoppino polemiche dell’ultima ora, appare certo che alla fine sarà proprio Sansa il candidato governatore per i giallorossi.
TEMA NAZIONALE. La questione, però, com’è inevitabilmente trascende i confini regionali e tocca questioni nazionali. È indubitabile, infatti, che in tanti in questi giorni si stanno chiedendo – all’interno sia del Pd che dei Cinque Stelle – se un’alleanza stabile e strutturata tra le due forze possa diventare più di qualcosa di estemporaneo. Per ora è fantascienza e dal vertice dei grillini si continua a dire che il caso ligure rappresenta un’eccezione, complice anche il fatto che il candidato governatore sarà un “civico” e non un membro di partito. Ma il tema resta caldo, anche perché nel frattempo all’interno del Movimento 5 stelle, continua a prendere corpo la fronda che, invece, vorrebbe tornare a dialogare con la Lega e con Salvini. C’è chi dice, peraltro, che nell’ombra di questo disegno starebbe lavorando Alessandro Di Battista, tutt’altro che intenzionato a deporre le armi all’interno dei 5 Stelle.