Fallita l’ipotesi del “governissimo d’emergenza nazionale”, con i sondaggi che lo danno in pesante calo (per Ixè la Lega si attesta al 27,2%, solo a 5 punti dal Pd) Matteo Salvini è nell’angolo non sa più che pesci prendere. Persino l’altro Matteo (Renzi), in queste ore in cui più che mai è necessaria una coesione scevra da sterili polemiche politiche, è giunto a più miti considerazioni, riconoscendo che di “fronte alle difficoltà un paese reagisce senza sospetti di inciuci”. Ma il Capitano, no. Insiste. E non trova di meglio da fare che creare allarmismo e dare una pessima immagine dell’Italia all’estero, come se non bastassero le gaffes dei governatori leghisti – l’immagine di Fontana con la mascherina ha fatto il giro del mondo, come se la Lombardia fosse ormai un lazzaretto a cielo aperto -.
Il momento è delicatissimo, l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus sta mandando a picco il turismo: secondo i nuovi calcoli di Confturismo-Confcommercio, alla luce dell’evoluzione dell’ultima settimana dell’epidemia, nel prossimo trimestre – dal 1 marzo al 31 maggio – sono previsti 31,625 milioni di turisti in meno in Italia, con una perdita di 7,4 miliardi di euro, e Salvini che fa? Rilascia una video intervista al quotidiano spagnolo El Paìs, in cui accusa il Governo italiano di “non essere in grado di gestire la normalità né tanto meno l’emergenza” affermando che le forze di maggioranza, il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, non abbiano colto i primi allarmi sull’epidemia lanciati a gennaio scorso e non abbiano “ritenuto necessario intervenire con controlli e blocchi che avrebbero impedito la diffusione del contagio”.
E ancora: “Le misure economiche approvate sono nulle. Le aziende stimano il dato necessario per rilanciare l’economia a circa 50.000 milioni di euro. Ogni punto del Pil è di 18.000 milioni di euro. E se la stima è un calo del 2 per cento, significa che abbiamo bisogno di almeno 36 milioni di euro”. Immancabile la polemica con l’Europa, arrivando a paventare persino la minaccia dell’Italexit: “Sarà un test per l’Europa, se l’Unione europea avrà la capacità di allargare, di ridiscutere i vincoli, allora vuol dire che ha senso rimanere in questa comunità, ma se – anche a fronte di questa emergenza sanitaria e economica – da Bruxelles arrivasse un ‘no, no, no… Noi proviamo fino in fondo, poi però non si può morire di burocrazia europea”. Benissimo, un’ottima idea attaccare l’Ue proprio mentre si sta valutando la richiesta italiana di far ricorso alla clausola delle ‘circostanze eccezionali’ sui saldi di finanza. Che, come ha spiegato il Commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni, andranno coordinati e decisi a livello europeo.
Non contento, Salvini ha anche aggiunto che “in merito alla decisione di alcuni paesi di non ammettere gli italiani a causa del Coronavirus, ogni Stato ha “il diritto di controllare i confini e la salute dei propri cittadini”. Ottimo, della serie: siamo pure appestati. Un bello spot per l’Italia, non c’è che dire, decisamente in linea con lo slogan salviniano per eccellenza “prima gli italiani”. Qualcuno gli spieghi che denigrare all’estero le istituzioni e la loro capacità di far fronte ad un emergenza significa in questo momento creare un danno d’immagine, di reputazione e di credibilità irreparabile con una conseguente ricaduta proprio su quei settori – turismo ma anche Made in Italy – che rappresentano l’ossatura del nostro impianto economico.