Sebbene ci sia un favorito, la partita per la nomina dell’erede di Giuseppe Pignatone è ancora aperta. In un certo senso si può dire che l’unica certezza è quella che comunque vada, con la riunione del plenum del Csm prevista per oggi, la Procura di Roma avrà il suo nuovo capo. Certo il candidato forte c’è da tempo ed è l’attuale procuratore vicario Michele Prestipino (nella foto) ma se il suo nome fino a poche ore fa sembrava pressoché blindato, ora la questione si è decisamente ingarbugliata e potrebbe nascondere qualche sorpresa. Intendiamoci il vantaggio del magistrato sui rivali, ossia il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e quello di Firenze Giuseppe Creazzo, resta importante ma a 24 ore dal voto la certezza matematica di una sua elezione non c’è.
A Prestipino dovrebbero andare tutti e cinque i voti di Area, la corrente di sinistra della magistratura, più tre preferenze sulle cinque a disposizione di Autonomia & Indipendenza di Piercamillo Davigo. Stando a quanto trapela al procuratore di Firenze dovrebbero spettare tra le 5 e le 6 preferenze, di cui 3 da parte di Unicost, 2 da A&I e uno potenziale da parte del laico di M5S Filippo Donati, mentre a Lo Voi finiranno tra i 4 e i 5 voti. Di questi 3 voti arriveranno da Magistratura Indipendente, corrente di destra delle toghe, e i restanti dai due componenti laici di Forza Italia. L’esito scontato è che si andrà al ballottaggio dove l’unica certezza è che uno dei due nomi in lizza sarà quello dell’attuale vicario di Roma.
Proprio il nome dello sfidante sarà più determinante di quanto si pensi perché potrebbe rendere la partita più o meno aperta. Nel caso in cui a giocarsi la nomina sarà Lo Voi, il quale in caso di ex equo con Creazzo verrà premiato per la sua anzianità di servizio, allora il nome di Prestipino sarebbe pressoché blindato. Alle otto preferenze accordategli nel primo turno, si aggiungerebbero anche i tre voti di Unicost e quello del procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. Ben diverso lo scenario in cui al secondo turno la sfida toccasse al duo Prestipino-Creazzo. In questo caso sul procuratore di Firenze convergerebbero i voti di Magistratura Indipendente rendendo l’esito dell’elezione piuttosto incerto. A quel punto, nonostante un sottile vantaggio da parte del vicario di Roma, a far pendere l’ago della bilancia sull’uno o sull’altro saranno i voti degli astenuti e dei laici di M5s, i quali punterebbero su Prestipino, di Forza Italia e Lega che non hanno ancora comunicato la propria intenzione di voto.
L’ALTRA INCOGNITA. Eppure sulla nomina del Procuratore aleggia minacciosa anche l’incognita di un possibile ricorso. Già perché qualora a spuntarla sarà il favorito Prestipino, qualcuno potrebbe decidere di impugnare la decisione da parte del plenum del Csm. Dei tre candidati, infatti, il vicario di Roma è il più giovane e non ha mai ricoperto l’incarico di capo di una Procura italiana. Proprio per evitare che si arrivi ad una simile prova di forza, al Csm si starebbe lavorando incessantemente per trovare un accordo tra correnti e candidati, capace sostanzialmente di evitare un nuovo pasticcio in seno al Consiglio superiore della magistratura.