Tutto come previsto. Niente nomine per le direzioni Rai. Al termine del CdA di ieri è stata infatti approvata solo la nomina di Marcello Ciannamea, in quota sovranista, a direttore della Distribuzione, una direzione di nuova istituzione inserita nel Piano industriale 2019-2021 predisposto dall’amministratore delegato Fabrizio Salini (nella foto). Una scelta che ha visto tutti i consiglieri favorevoli, con la sola astensione di Rita Borioni, espressione del Pd. Per le altre nomine, bloccate dai veti politici (il nodo resta il nome di Mario Orfeo al Tg3), occorrerà attendere e l’Ad, sempre più in bilico e sul quale si rincorrono le voci di possibili dimissioni, è finito per sostenere che dal suo arrivo le cose in viale Mazzini stanno andando bene e sono soltanto i mass media a comunicare il contrario, cercando così di giustificare tutte le sue scelte e anche le non scelte, scaricando sulla stampa rea di dipingere il servizio pubblico come un disastro.
L’INTERVENTO. Salini, nel corso del Consiglio di Amministrazione, ha rivolto un invito pressante a una collaborazione costruttiva all’interno dell’azienda da parte di tutti. L’amministratore delegato ha quindi illustrato i risultati ottenuti nei suoi 19 mesi di lavoro, affermando appunto che dalla sua analisi emerge una Rai migliore di come viene normalmente rappresentata. Ha parlato di ottimi risultati di RaiPlay, dell’implementazione del Piano industriale, dell’attenzione al servizio pubblico e degli stessi recenti risultati di Sanremo, tra record di share e introiti pubblicitari. Ha infine ammesso che sono stati commessi errori e che ci sono difficoltà, ma proprio per questo ha invitato a una forte compattezza di tutta l’azienda per proseguire il lavoro avviato. Un intervento che non ha convitno la consigliera Borioni.
LA POLEMICA. “Non credo vada tutto bene, credo ci sia una montagna di problemi”, ha affermato al termine del CdA la consigliera Borioni, che ha anche lasciato in polemica la riunione, lamentando di essere stata, nel corso dell’interlocuzione con l’amministratore delegato, costantemente interrotta senza poter fare un discorso completo. “Credo che guardare il dito e non la luna sia sbagliato – ha precisato – se non si affronta la realtà i problemi non verranno mai risolti e di fronte alle critiche non ci si può solo offendere. Il problema non è solo di narrazione”. E altre critiche sono arrivate anche sull’assunzione a tempo determinato di Annalisa Bruchi al Prix Italia, giustificata dal presidente Marcello Foa con la motivazione che la conduttrice di Povera Italia parla l’inglese.
“Non si sono scusati con il cda per un atto che offende i 1700 giornalisti interni, molti dei quali sottoutilizzati”, ha dichiarato il consigliere Riccardo Laganà. “Se questa è la discrezionalità con cui il presidente gestisce le deleghe – ha aggiunto – forse una riflessione sul togliergliele sarebbe opportuna”. A difendere tale assunzione è stato invece il consigliere Giampaolo Rossi, in quota Fratelli d’Italia, definendo assurdi agli attacchi sulla scelta di una persona che da 23 anni lavora per la Rai.