Nulla di fatto. Ancora una volta. La riunione di oggi del Consiglio di amministrazione di Viale Mazzini si risolverà in un nulla di fatto. Ieri, infatti, non è arrivata alcuna proposta di nomina ai vertici dei telegiornali di rete da parte dell’amministratore delegato Fabrizio Salini. Tradotto: manca ancora la quadra sull’accordo politico relativo al mini-pacchetto di nomi circolato nelle indiscrezioni delle ultime ore, con le nomine che quindi slitteranno ancora perché senza intesa c’è il rischio concreto che le proposte dell’ad vengano bocciate con un voto dei due terzi del Cda. Per le nomine dei direttori di testata, infatti, lo Statuto Rai prevede che il parere del Cda sia vincolante se espresso da una maggioranza qualificata: dunque con 5 voti contrari si può bloccare una nomina proposta dall’ad Fabrizio Salini.
In questa incertezza, l’unico curriculum inviato ai consiglieri, al momento, è quello di Marcello Ciannamea, indicato dall’amministratore delegato alla guida della direzione Distribuzione. Da parte di Salini nessun commento e nessuna spiegazione, ma dai vertici di viale Mazzini hanno fatto circolare la notizia che in vista del cda di domani l’ad sta preparando un discorso in cui esporrà una serie di riflessioni più ampie sulla situazione attuale, sul percorso recente e sulle prospettive future. Ovviamente la questione è soprattutto politica. Secondo quanto riferito a La Notizia, centrale sarebbe stato il nuovo veto posto dai Cinque stelle sul nome di Mario Orfeo (nella foto) che era circolato nei giorni scorsi.
Secondo uno degli ultimi scenari, infatti, l’ex direttore generale sarebbe andato a dirigere il Tg3 e Giuseppina Paterniti alla direzione Approfondimento. Un’idea che, a quanto pare, non è piaciuta né al consigliere Rai espresso dai dipendenti, Riccardo Laganà, che riteneva inspiegabile l’avvicendamento alla guida della testata di un direttore che non ha avuto richiami da Agcom, che non ha problemi di gestione della redazione e che è anche l’unica donna alla guida di uno dei tre maggiori Tg Rai; e anche dai pentastellati. Eloquente pure l’intervista di due giorni fa del vice presidente M5S della Vigilanza, Primo Di Nicola a Radio Radicale: “I partiti devono riflettere sulla necessità di fare nomine che finalmente non abbiano ombre di condizionamenti politici ed economici”. Secondo alcuni un chiaro riferimento proprio al niet alla nomina di Orfeo.
AUT AUT. A questo punto resta la posizione di Salini che si fa sempre più in bilico vista la difficoltà di uscire dall’impasse. La mega-multa Agcom, poi, certamente non aiuta un clima che si è fatto via via sempre più incandescente. Lo scenario più accreditato è quello proposto, nella giornata di ieri, da Dagospia: Salini, infatti, starebbe ponderando seriamente la possibilità di sue dimissioni da consegnare non oggi, ma nella settimana prossima. Quando diventerà più che evidente che mantenere insieme i cocci è diventato praticamente impossibile. A meno che non si trovi un’exit strategy su cui, riferiscono fonti parlamentari, si continua a lavorare. Per quanto sia via via sempre più difficile.