La maggioranza ha raggiunto l’accordo sul tema intercettazioni. L’intesa è stata trovata su un subemendamento all’emendamento del relatore. Sul testo licenziano dalla Commissione Giustizia di Palazzo Madama figurano le firme di tutte le forze di maggioranza, compresa Italia viva. Il testo approderà dunque domani in Aula al Senato.
“Oggi abbiamo lavorato molto e bene – afferma in una nota il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà – per raggiungere un accordo tra tutte le forze di maggioranza su un tema cruciale come quello dell’utilizzo delle intercettazioni. Sono soddisfatto del confronto avuto al tavolo sul dl intercettazioni dal quale è emersa una sintesi tra vari punti di vista e sensibilità che ci ha permesso di trovare una soluzione condivisa”.
L’emendamento al decreto intercettazioni, depositato dal relatore Michele Gianrusso, prevede che le intercettazioni disposte per un processo non possono essere utilizzate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono stati disposti, “salvo che risultino indispensabili per l’accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza” o per reati molto gravi come lo spaccio di sostanze stupefacenti, contrabbando, pedopornografia e usura. Il subemendamento introduce una restrizione procedurale, nel senso che tali intercettazioni devono non solo essere “indispensabili” all’accertamento del reato ma anche “rilevanti”.