Sembra proprio destinato a stupire, a suon di rivelazioni e dichiarazioni roboanti, il processo Ruby ter. Dopo l’audizione dell’agente delle star, Francesco Soprani, che aveva parlato addirittura di una dark room ad Arcore, e di quella della giornalista inglese Hannah Roberts che raccontò in aula le confidenze ricevute da Marysthell Polanco, ieri a sorprendere tutti è stata un’ispettrice di polizia che in quest’indagine ha dato la caccia ai presunti pagamenti di Silvio Berlusconi alle olgettine.
Un lavoro estenuante da cui è emerso che su conti esteri tra Lugano e Francoforte, tutti riconducibili a Luca Risso, l’ex compagno di Karima El Mahroug alias Ruby Rubacuori, tra il 2013 e il 2014 sarebbe transitata l’imponente somma di oltre 400mila euro. Di questi, circa 300mila, sarebbero dovuti arrivare ad una filiale di una banca a Playa del Carmen in Messico come emerso da un’indicazione scritta a mano dallo stesso Risso e inserita all’interno del faldone dell’inchiesta in cui figurano, tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, l’ex premier e altre 27 persone.
LA PISTA DEI SOLDI. Così l’ufficiale di polizia ha parlato, senza giri di parole, di due bonifici da 25mila e 20mila euro partiti da Genova e arrivati su un conto di Francoforte riconducibile a Risso e di altri due bonifici verso la Germania partiti da un conto svizzero, aperto nel marzo 2011, dell’ex compagno di Karima, uno da 300mila euro e l’altro da 60mila euro. Denaro che secondo la Procura sarebbe stato il prezzo pagato dal leader di Forza Italia per “comprare la reticenza di Risso e dell’allora fidanzata nella vicenda che poi l’ha visto assolto in via definitiva dai reati di concussione e prostituzione minorile”.
Tesi questa che troverebbe anche conferma nelle rogatorie effettuate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pubblico ministero Luca Gaglio secondo cui parte dei milioni di euro intascati dalla marocchina per tenere la bocca cucita sugli incontri hot, sarebbe servita per l’acquisto di un ristorante con annesso pastificio e di due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen. Circostanza, questa, pienamente accertata dagli investigatori che, hanno rilevato “la costituzione di una società” a nome di Risso, Ruby e altre due persone.
VIAGGI E TESTIMONIANZE. Oltre ai soldi, l’investigatrice ha anche ricostruito alcuni “viaggi tra il Messico e Dubai” di Ruby, Risso e dei familiari di quest’ultimo. Soggiorni all’apparenza di puro e semplice piacere ma che, curiosamente, presentavano una partcolarità in quanto, spesso e volentieri, coincidevano con importanti appuntamenti giudiziari. Come quello del 10 dicembre 2012 quando Karima avrebbe dovuto testimoniare nel processo milanese sul caso Ruby a carico di Berlusconi poi finito con un’assoluzione definitiva. Peccato che in quell’occasione la ragazza, assieme all’allora compagno e ai genitori di quest’ultimo, non ha potuto presenziare all’udienza in quanto “era partita per il Messico il primo dicembre” e non era ancora rientrata in Italia.