Le Commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno bocciato (con 49 no a 40 sì) il lodo Annibali, l’emendamento presentato di Italia Viva al Milleproroghe per rinviare di un anno la riforma Bonafede sulla prescrizione. Hanno votato sì i deputati dell’opposizione e di Italia Viva, mentre ha votato contro il resto della maggioranza. Il governo aveva dato parere negativo. Le stesse Commissioni hanno bocciato anche il secondo emendamento, sempre a prima firma della capogruppo di Italia Viva in commissione Giustizia, Lucia Annibali, che in questo caso chiedeva il rinvio di un anno della riforma Bonafede e, nel frattempo, il ritorno in vigore della riforma Orlando.
“Non è ancora chiaro il veicolo, noi continuiamo a dire che se dentro la bozza della riforma del processo penale c’è il lodo Conte bis per noi è impossibile sostenerlo, è invotabile” ha detto la Annibali parlando del Consiglio dei ministri di domani sulla riforma del processo penale a margine dei lavori in commissione sul Milleproroghe.
E proprio la capogruppo renziana in Commissione giustizia è oggetto di pesanti minacce sui social, a denunciarlo è lo stesso leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “Lei si chiama Lucia Annibali. E’ una donna, fa l’avvocato, è una bravissima parlamentare. Sta facendo una dura campagna per modificare la legge sulla prescrizione. I Professionisti dell’odio non rispondono sui contenuti ma la attaccano esaltando, citandolo per nome e cognome, l’uomo che anni fa le ha gettato acido sul volto, sfregiandola. Mi fanno schifo. Spero che tutti i parlamentari – comunque la pensino sulla prescrizione, anche quelli che non sono d’accordo con la Annibali – e le persone perbene siano a fianco di Lucia, del suo dolore, della sua intelligenza. Noi siamo con la Annibali. E contro questi meschini profeti dell’odio. Ti vogliamo bene Lucia”.
“Questo è un classico esempio di quanto subiscono le donne – ha scritto su Facebook la Annibali – che si espongono pubblicamente con le loro idee: insulti sessisti, minacce, violenza verbale. Nel mio caso, la mia vicenda personale usata come un’arma di offesa con l’intento preciso di limitare la mia libertà d’espressione. Stia pur certo il signore, che ovviamente non ci mette la faccia, che non mi lascerò intimidire né da lui né da nessun altro”.