La Procura generale di Bologna ha chiuso la nuova inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione del capoluogo emiliano (85 morti e 200 feriti) notificando quattro avvisi di fine indagine. Tra i destinatari Paolo Bellini, ex militante di Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore e che avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti e quattro deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori, e con i Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, già condannati in via definitiva come esecutori.
Gli altri tre avvisi di fine indagine riguardano Quintino Spella e Piergiorgio Segatel per il reato di depistaggio e Domenico Catracchia per il quale si ipotizza il reato di false informazioni al pubblico ministero. Gli avvisi di fine indagine sono firmati dall’avvocato generale Alberto Candi e dai sostituti procuratori generali Umberto Palma e Nicola Proto. L’inchiesta era nata da una memoria difensiva presentata alla procura di Bologna dai legali dell’Associazione dei familiari delle vittime del 2 Agosto.
“Esprimiamo soddisfazione – ha commentato l’avvocato Andrea Speranzoni, per conto dei familiari delle vittime della Strage del 2 agosto 1980 – per l’indagine condotta in maniera ineccepibile e attenta dalla procura generale. L’addebito provvisorio a Paolo Bellini ce lo aspettavamo e ora abbiamo la conferma. L’ipotizzato concorso in Strage di Gelli, Ortolani, D’Amato e Tedeschi è una novità assoluta che ci fa ritenere che questo processo possa cambiare la storia di questo paese”.
“Nel futuro processo per accertare le responsabilità individuate dai magistrati della Procura Generale – ha commentato il sindaco Virginio Merola – il Comune di Bologna si costituirà come sempre, parte civile. Ringrazio l’Associazione dei familiari delle vittime per l’incessante impegno che è stato d’impulso a questa inchiesta sui mandanti. Nonostante l’amarezza per i quarant’anni che sono passati, la ricerca della verità è sempre attuale”.