“Non resta che una via d’uscita. Azzerare la Commissione contenziosa di Palazzo Madama per palese e insanabile conflitto d’interessi e reinsediarla ex novo”. Il senatore M5S, Primo Di Nicola, non usa mezze parole. Lui che da cronista de L’Espresso per la prima volta svelò lo scandalo dei vitalizi, pubblicando nel 1999 gli elenchi dei beneficiari dello sfacciato privilegio più odiato dagli italiani, non ci sta. L’organo giudicante che il 20 febbraio deciderà la sorte dei circa 700 ricorsi degli ex senatori contro il ricalcolo contributivo degli assegni, dopo l’intreccio di rapporti tra alcuni suoi componenti denunciato da La Notizia e le rivelazioni del Fatto sulla sentenza già scritta, “mina profondamente la credibilità del Senato”.
Eppure la presidente Casellati non sembra intenzionata ad accogliere la vostra richiesta. Appellandosi all’autonomia e all’indipendenza dell’organismo che “non può essere sciolto d’autorità, né può interrompere la propria attività in virtù di una deliberazione che al momento non esiste ma è soltanto presunta”…
“E’ incredibile che la presidente del Senato non colga la gravità della situazione che si è creata nella Commissione contenziosa da lei stessa nominata e che dovrà decidere in materia di vitalizi con una sentenza che vale circa 22 milioni di euro l’anno di risparmi per i cittadini italiani. Possibile che soltanto lei non veda il conflitto di interessi che sta travolgendo quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio giudice all’interno del Senato? I suoi componenti in conflitto di interesse – a cominciare dal presidente Caliendo che dell’accoglimento dei ricorsi beneficerebbe in prima persona una volta cessato dal mandato, dovrebbero dimettersi per dignità. E se non dovessero farlo è dovere della presidenza intervenire per tutelare la dignità e il prestigio dell’istituzione che rappresenta”.
Però, a parte i Cinque Stelle, non è che gli altri partiti si siano stracciati le vesti contro l’imminente ripristino dei super vitalizi. è sorpreso?
“No, non lo sono affatto. In tutta la mia carriera professionale non ho mai trovato un politico contento che un giornalista smascherasse i vergognosi privilegi, a cominciare proprio dai vitalizi, che dagli anni ‘50 in poi un’intera classe politica, senza distinzione di colore, si è dedicata incessantemente ad ingrassare sempre di più. Oggi come ieri, solo il Movimento Cinque Stelle continua a battersi nel silenzio dei partiti e nella quasi totale indifferenza della grande stampa italiana, con alcune rare eccezioni”.
Lei non ha escluso di appellarsi al capo dello Stato. Conferma la sua intenzione?
“Confermo e ribadisco. Se Casellati e Caliendo dovessero insistere nella difesa dell’indifendibile, non resterebbe che appellarsi al garante supremo delle istituzioni. Solo il presidente della Repubblica Mattarella può richiamare gli attori della sgangherata commedia a un minimo di rispetto della dignità del Senato”.
Intanto gli attivisti stanno organizzando una manifestazione dal basso per protestare contro il ritorno dei vitalizi. Il 15 febbraio in piazza, davanti al Senato, ci saranno anche gli eletti e i vertici del Movimento. Una scelta che condivide?
“Assolutamente sì. Quella contro i vitalizi è una battaglia storica del Movimento, partecipare alla manifestazione lanciata dagli attevisti non è una scelta, è un dovere”.