“In tanti ci stanno chiedendo di tornare alle origini. Ma cosa significa tornare alle origini? Significa Beppe Grillo quando dalla Piazza di San Giovanni lesse le Parole Guerriere, quando ci chiamò a essere cittadini con gli elmetti”. Con queste parole esordisce Paola Taverna, senatrice del Movimento e nome di spicco tra i Cinque stelle, il che rende il suo appello ancora più forte. La richiesta è chiara: bisogna scendere in piazza il 15 febbraio per gridare la propria contrarietà ai vitalizi, che ora potrebbero tornare a causa di un coup de theatre del Senato.
Palazzo Madama, infatti, sembra intenzionato a ripristinare il trattamento che era stato tagliato a partire dal primo gennaio 2019 su spinta del Movimento 5 Stelle, che aveva condotto la stessa operazione già alla Camera dei deputati. La Commissione contenziosa, che dovrà decidere sul punto e che è stata convocata per il 20 febbraio, è in conflitto d’interessi poiché tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per godere del vitalizio maturato, oppure persone molto vicine ad altri ex senatori che attendono di poter riavere il privilegio.
L’INIZIATIVA. Da qui, come si sa, un gruppo di attivisti pentastellati, lontani dalle stanze di potere, dal vertice del Movimento, ha ripreso in mano il modo di operare delle origini, ha cominciato con un passaparola digitale a ragionare sull’opportunità di scendere in piazza; è stato creato un gruppo che, man mano che le ore passavano, raccoglieva sempre più iscritti: mille, duemila, cinquemila, diecimila. Ieri si sono superate le 20mila adesioni. Con tutto quello che comporta con la possibilità di organizzare pullman diretti a Roma il 15 febbraio, quando dalle ore 8,00 alle ore 18,00 si manifesterà sotto il Senato. E neanche la data è casuale: cinque giorni dopo, come detto, la Commissione contenziosa sarà chiamata a decidere sui vitalizi, se mantenere in piedi la delibera che taglia il privilegio oppure se reintrodurlo.
MURO CONTRO MURO. E qui scatta il ritorno alle origini del vertice pentastellato. Proprio grazie all’iniziativa della base, anche i “grandi nomi” hanno deciso di uscire dalle stanze del potere e di scendere in piazza. Perché, come dice Taverna, “Serve un esercito di cittadini con l’elmetto che chiamiamo in piazza per fermare l’odioso privilegio dei vitalizi. Perché, va detto, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, ma non basta. Cercano di trovare appigli, non si arrendono, si vogliono tenere i vitalizi. Dobbiamo scendere in piazza, noi, cittadini con l’elmetto. Noi, un esercito gentile sì, ma pur sempre un esercito”.
Nel frattempo, però, a chiudersi nell’immaginario castello è stata la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che, dinanzi alle richieste del Movimento e in particolare di Primo Di Nicola (leggi l’intervista) secondo cui bisognerebbe sciogliere e rinominare una Commissione in conflitto d’interessi, ha fatto spallucce. Una nota del Senato, infatti, ha chiarito che la presidente nulla può su una Commissione in essere, né potrebbe intervenire su un ipotetico conflitto d’interessi. Per ora, dunque, regna lo stallo in attesa del 20 febbraio. A sparigliare le carte, però, potrebbe essere questa manifestazione. Specie se, come sembra, richiamerà migliaia di persone sotto Palazzo Madama.