Il taglio dei vitalizi per gli ex senatori presto finirà nel dimenticatoio. Gli ex inquilini di Palazzo Madama dovrebbero tornare a percepire i vitalizi dopo una decisione attesa per febbraio. Il Senato, infatti, sembra intenzionato a ripristinare il trattamento che era stato tagliato a partire dal primo gennaio 2019 su spinta del Movimento 5 Stelle, che aveva condotto la stessa operazione già alla Camera dei deputati. La Commissione, convocata per il 20 febbraio, è in conflitto d’interessi poiché tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per godere del vitalizio maturato, oppure persone molto vicine ad altri ex senatori che attendono di poter riavere il privilegio.
LUNGA LISTA. A questo punto la domanda: cosa accadrebbe se la delibera, entrata in vigore da un anno, dovesse essere cassata? Sicuramente non potrebbe dispiacere alle tasche dell’ex senatrice e ministro col governo Berlusconi, Adriana Poli, che oggi percepisce, grazie al taglio ai vitalizi, 7.688 euro lordi al mese. Ebbene: se dovesse tornare il vecchio sistema previdenziale, la Poli tornerà a prendere 9.885 euro. Duemila euro in più che non fanno mai male. Ad “arricchirsi” sarà anche Giorgio Postal che, addirittura, è andato incontro a un taglio di circa 4mila euro: l’ex senatore e più volte sottosegretario, passerebbe infatti dagli attuali 5.211 euro mensili lordi ai “vecchi” 9.636 euro. La lista, ovviamente, è lunga.
E i nomi sono tanti e illustri. Tra chi ha subito pesanti decurtazioni, ad esempio, ci sono anche Edo Ronchi e Francesco Rutelli: il primo tornerebbe anche lui a percepire 9.636 rispetto ai 6.913 attuali; il secondo passerebbe da 7.801 euro lordi a 9.512. Interessante anche il caso di Francesco Storace che potrebbe tornare ai “suoi” 6.540 euro lordi rispetto agli attuali 4.360. E così, ancora, Riccardo Villari (da 3.541 a 6.217 euro), Maurizio Sacconi (da 6.392 a 9.885) Carlo Vizzini (da 7.903 a 10.631), Antonio Azzollini (da 5.505 a 8.082), Goffredo Bettini (da 3.964 a 6.590), Filippo Cavazzuti (da 4.341 a 8.455). Insomma, ci sono casi anche di interessanti “raddoppi”. E anche casi in cui si va pure oltre. Come con Salvatore Crocetta, il quale tornerà a percepire 6.590 euro rispetto ai 2.890 euro rimodulati dalla delibera del taglio ai vitalizi. Non male neanche Alessandra Mussolini (nella foto): tornerà ad intascare la bellezza di 9.014 euro rispetto agli attuali 5.238 euro.
PENSIONI INTOCCABILI. C’è da dire, però, che ci sono ex parlamentari che guarderanno la querelle del taglio ai vitalizi in maniera assolutamente ininfluente. C’è una fetta di ex senatori il cui assegno d’oro non è stato minimamente toccato. In altre parole: a prescindere dalla decisione del Senato e, nella fattispecie della Commissione Contenziosa, continueranno a percepire esattamente quanto già percepivano. È il caso, tra gli altri, dell’ex senatore ed ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli: il suo vitalizio rimarrà di 9.512 euro lordi mensili. Esattamente come nel caso di Franco Bassanini, il quale addirittura arriva a 10.631 euro. Stessa identica cifra (e mai scalfita) per Alfredo Biondi, Francesco Colucci, Nicola Mancino, Giuseppe Pisanu, Clemente Mastella, tra gli altri. Non subiranno tagli neanche Anna Finocchiaro (10.009 euro), Lamberto Dini (6.590 euro) e Marcello Pera (6.963).