Si è chiusa ieri la campagna elettorale per le elezioni regionali in Emilia Romagna, competizione mai come in questo caso polarizzata su due figure chiave. Da una parte Matteo Salvini che con la sua presenza costante e le sue trovate mediatiche – ultima in ordine di tempo quella di improvvisarsi sceriffo anti droga – ha di fatto oscurato la candidata ufficiale Lucia Borgonzoni, e dall’altra il candidato dem, il governatore uscente Stefano Bonaccini, determinando di fatto un bipolarismo “spinto” e marginalizzando gli altri aspiranti presidenti, in tutto sette, fra cui il pentastellato Simone Benini, il cui comizio di chiusura ieri a Cesena ha rappresentato la prima uscita pubblica ufficiale per il nuovo capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, subentrato nel ruolo a Luigi Di Maio, che giovedì, il giorno dopo il sofferto l’addio alla leadership ha tenuto un comizio nel centro storico di Bologna col candidato.
La vittoria è dunque contesa fra Bonaccini e la Borgonzoni, tant’è che il governatore in corsa per la riconferma ha lanciato un appello ai grillini per il voto disgiunto, consapevole che non sarà facile fermare l’ondata sovranista nonostante il buon lavoro fatto – certificato dai numeri – e una campagna elettorale in cui ha cercato di spingere il più possibile sul carattere locale del voto. Al contrario del leader della Lega che ha trasformato il voto in un test per la tenuta del Governo. Insieme a Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi per la chiusura della campagna elettorale a Ravenna, il Capitano ha ribadito “Se ognuno di voi mette un mattoncino in più, Lucia Borgonzoni domenica non vince stravince e poi se vinciamo, mandiamo a casa anche Conte, Di Maio e Zingaretti”.
Rincara la dose la leader di FdI: “Sono gli sgoccioli di una campagna elettorale eccezionale che vi mette davanti a un crocevia della storia: dal vostro voto dipende il futuro di una regione che merita molto di più locomotiva d’Italia, non grazie al Pd, ma malgrado”. A Ravenna anche le sardine, che come al solito adottano la strategia di tallonare “l’avversario Salvini” a pochi metri di distanza, mentre oggi hanno organizzato un flash mob al Papeete Beach di Milano Marittima, l’ormai noto stabilimento balneare che ospita le vacanze agostane del Capitano. Ha scelto invece Forlì come ultima tappa Stefano Bonaccini, il PalaGalassi Unieuro Arena, per un evento dal titolo che riassume un po’ tutta la filosofia della sua campagna elettorale: “Per l’Emilia-Romagna, non per altro”.
“Per dare, per i prossimi cinque anni, un futuro e un governo a questa bellissima regione – ha ribadito dal palco – che da poverissima com’era è diventata, grazie alla sua gente, una delle realtà con la qualità della vita più alta in Europa”. Nel pomeriggio il governatore uscente ha fatto tappa anche a Marzabotto, la cittadina appenninica simbolo della resistenza: davanti al sacrario in memoria di oltre 700 vittime civili trucidate dai nazisti, ha deposto una corona e cantato “Bella Ciao”, un modo per rivendicare, alla vigilia di un voto così incerto, le radici della storia della sua terra.