Senatrice Monica Cirinnà, sullo stop alla prescrizione Italia Viva ha votato insieme alle destre in Commissione e ha annunciato che lo farà anche in aula, esprimendo la propria contrarietà al provvedimento. Quali riflessi ha tale posizione sugli equilibri di Governo?
Sicuramente in un momento in cui ci apprestiamo ad affrontare la settimana più complicata per le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, quanto accaduto può essere un campanello d’allarme. Mi domando se Italia Viva non abbia voglia di fare l’occhiolino al centrodestra per le elezioni. Il Pd, con estremo senso di responsabilità, è riuscito a modificare il testo Bonadede, che ricordo mai aveva votato in precedenza, ottenendo quelle modifiche minime per renderlo minimamente votabile. Ho una cultura giuridica e so per certo che i processi devono essere abbreviati e che questo non è il metodo giusto, ma per senso di responsabilità l’abbiamo votato, sapendo che al momento questo è il Governo meno peggio possibile per l’Italia.
Visto anche il voto sullo stop alla prescrizione, in molti accusano però il Partito democratico di essere diventato subalterno al Movimento 5 Stelle. C’è realmente subalternità?
A questa domanda non rispondo. Sono la persona meno idonea a farlo dopo quello che mi hanno fatto con la legge sulle unioni civili. Se dovessi rispondere dovrei dire tutto il male possibile e non posso farlo.
Accolto lo stop alla prescrizione, non teme come sostengono i detrattori della norma che realmente un imputato possa trasformarsi in un imputato a vita?
Per evitare tutto questo confido nel senso di responsabilità dei magistrati, che nella maggior parte dei casi svolgono un lavoro eccellente e ho poi il massimo rispetto del loro ruolo. Il Presidente della Repubblica, poi, se riterrà che vi siano delle incostituzionalità ce le segnalerà, ma non credo se siamo all’interno delle garanzie costituzionali.
La frattura con Italia Viva è sanabile?
Non so dove vuole andare a parare Renzi con il suo partitino. Dovrebbe chiederlo a loro se le fratture sono sanabili. Io so che ora andare a votare sarebbe un male per il Paese. Non consegno l’elezione del Presidente della Repubblica e dei membri della Corte costituzionale a uno scatenato come Salvini. Per ora dunque andiamo avanti fino a che sarà possibile fare cose buone e credo che anche nella Finanziaria qualche paletto sia stato messo. Poi si vive alla giornata. Nessuno pensa di stare in Parlamento a vita. Io ho un’azienda che produce un vino buonissimo e fuori dall’Aula avrei cose da fare.
Prescrizione a parte, per quanto riguarda la riforma del processo penale, quali sono a suo avviso, considerando anche che è componente della Commissione giustizia, i punti irrinunciabili per il Pd?
Impossibile sintetizzare in poche battute. Io sono un’allieva di Franco Cordero e sono stata presso la sua cattedra per oltre dieci anni. Un’esperienza che mi fa ritenere irrinunciabili le garanzie costituzionali. Deve esserci la certezza del giusto processo, la pena deve essere rieducativa e non una condanna a vita da scontare in condizioni carcerarie impossibili. Vi sono inoltre tutte buone le cose fatte dal ministro della giustizia Andrea Orlando, che è stato e lo sottolineo un grandissimo ministro. Mi rifaccio alla Costituzione che rappresenta il nostro faro nella notte.