“Per la Lega è un fallimento totale. Salvini ha cambiato tre sistemi elettorali in un mese. A dicembre aprì al proporzionale…” . Il presidente M5S della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, non usa giri di parole.
La Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito referendario promosso dagli otto Consigli regionali guidati dal Centrodestra a trazione leghista per l’abolizione della quota proporzionale del Rosatellum. Sorpreso dalla decisione o, piuttosto, un verdetto annunciato?
“Era una impresa disperata e lo sapevano. Con la mossa sul conflitto di attribuzione è diventata ancora più palese. Dispiace per i cittadini di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria. Avrebbero meritato di meglio. I loro Consigli regionali avrebbero potuto impiegare il loro tempo su questioni più utili per il territorio e non subire diktat da Roma”.
Vista la volontà manifestata dalla Lega di tornare al Mattarellum, sarebbe stato in ogni caso necessario approvare una legge ad hoc per ripristinarlo. La consultazione non rischiava di essere comunque inutile?
“Quest’operazione voleva solo creare tensioni, palude e incertezza. Per la Lega è un fallimento totale. Salvini ha cambiato tre sistemi elettorali in un mese. A dicembre aprì al proporzionale…”.
Il tema della legge elettorale resta comunque sul tavolo. Spesso, in passato, le modifiche sono state dettate più dagli interessi delle maggioranze del momento che dall’esigenza di garantire governi stabili al Paese. Ora la Lega spinge per il ritorno al Mattarellum, i 5S per un proporzionale con sbarramento al 5%. Perché ritiene che il sistema indicato nella sua proposta di legge sia migliore?
“È quello più in grado di garantire la rappresentanza e limitare la frammentazione. Le coalizioni preelettorali reggono poco visto che i governi si fanno in Parlamento. Ricordo che, col Rosatellum votato dalla Lega, alcuni deputati leghisti che sostenevano il governo gialloverde erano stati eletti nei collegi uninominali grazie ai voti di Fratelli d’Italia e Forza Italia”.
A proposito di Mattarellum, che effetto le ha fatto sentire Calderoli perorare dinanzi alla Consulta la causa del maggioritario e del ritorno al Mattarellum, la legge che contribuì a cancellare con il Porcellum, peraltro dichiarato incostituzionale proprio dalla Consulta?
“Un’altra prova di incoerenza. Prima di Natale Calderoli durante l’incontro maggioranza-opposizione ci ha detto che il proporzionale con soglia alta andava bene”.
La battaglia referendaria del Carroccio non finisce qui. Alcuni senatori della Lega sono andati in soccorso dell’iniziativa dei colleghi (per la maggior parte) di Forza Italia per bloccare la riforma che taglia i parlamentari da 945 a 600 nonostante i 4 voti a favore della stessa Lega alla riforma. Crede ci sia una strategia precisa dietro queste iniziative?
“La strategia è sempre quella di provare a mettere in difficoltà questa maggioranza, con rancore e non negli interessi degli italiani. Noi andiamo avanti con coraggio e senza paura. C’è un cammino di riforme ben definito da affrontare, tra cui anche il referendum propositivo. Oltre alla legge elettorale, mi sta molto a cuore la riforma dell’elettorato attivo e passivo per il Senato. Se ne parla troppo poco, ma tutto è partito da una mia proposta di legge alla Camera. Far votare al Senato 4 milioni di under 25 e consentire agli under 40 di poter diventare senatori è una straordinaria operazione democratica a favore dei giovani”.