Qualche giorno fa, in piene vacanze, una foto del ministro degli Esteri e capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha fatto il giro dei social. Si trattava di uno scatto che lo riprendeva insieme alla sua fidanzata Virginia Saba all’aeroporto di Madrid in attesa di tornare in Italia. La fotografia li mostrava come una normalissima coppia di giovani, seduti in mezzo alla folla, su dei rustici sedili, come tutti gli altri, cercando di ingannare il tempo, di nuovo come tutti gli altri.
Il punto è che la foto è diventata il pretesto per l’ennesimo attacco: ecco, si è scritto, scoppia la guerra in Libia, ci sono tensioni in Iran e il ministro se ne va in vacanza. A parte che qualche giorno di pausa per il fine anno non si nega a nessuno il punto è che in Italia lo stregone della mistificazione è sempre all’opera e i suoi alambicchi producono distillati veleni mediatici che infiltrano distruttivamente la democrazia.
Infatti la notizia non è quella che è uscita, ma bensì il fatto che un uomo che ha in mano il governo dell’Italia, il ministro degli Esteri prende un low cost come tutti e come tutti fa la fila. In una Italia in cui anche l’usciere di una bocciofila vuole favori e trattamenti speciali Di Maio e la sua fidanzata si sono comportati come una normalissima coppia in vacanza.
E pensate che un ministro degli Esteri non avesse potuto accedere quanto meno ad una saletta Vip? Ed anche in questi giorni, per certi versi così drammatici a causa della crisi tra usa ed Iran, non si perde occasione per mettere al centro del mirino Di Maio, come se fosse il responsabile di tutti i problemi dell’Italia dai tempi della guerra del governo Giolitti contro gli Ottomani nel 1911, mentre è uno dei pochi che sta spendendo il peso politico dell’Italia -che ancora c’è- con un comportamento pacato e responsabile ed un invito al dialogo nel bel mezzo di una guerra civile in quella che fu una colonia dell’Italia.