Le forze di sicurezza irachene hanno respinto un attacco di manifestanti all’ambasciata americana a Baghdad, frapponendosi tra loro e le porte della sede diplomatica. Migliaia di persone, scrive la Bbc, che protestavano per i raid Usa in Iraq che hanno fatto 25 morti tra i combattenti della milizia sciita Kataib Hezbollah, hanno raggiunto l’ambasciata, oltrepassando i checkpoint della Green Zone, abitualmente blindata, al grido di “Morte all’America” e bruciando bandiere americane. I feriti dell’attacco sono oltre 60.
Il primo ministro dimissionario iraniano, Adel Abdel Mahdi, ha esortato le migliaia di manifestanti a ritirarsi. Ieri il governo iracheno aveva condannato i raid americani perché “violano la sovranità dell’Iraq”, dicendosi pronto a “rivedere le relazioni” con Washington.
“L’Iran ha ucciso un contractor, ferendo molti. Noi abbiamo risposto duramente e lo faremo sempre. Adesso l’Iran sta orchestrando un attacco all’ambasciata americana in Iraq. Saranno ritenuti pienamente responsabili. Inoltre, noi ci aspettiamo che l’Iraq impieghi le sue forze per proteggere l’ambasciata, e cosi’ siete avvisati!” ha twittato oggi il presidente americano Donald Trump commentando l’attacco alla sede diplomatica statunitense a Baghdad.