La mobilità elettrica è garanzia di tutela dell’ambiente ed è questo uno dei motivi per cui è la vera alternativa a quella tradizionale. E’ il contenuto del nuovo dossier dell’Istituto di ricerca sul sistema energetico (Rse) che certifica il ruolo della mobilità sostenibile come mezzo fondamentale per contribuire a migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città ed eliminando le emissioni inquinanti, responsabili di circa il 12% delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. Messaggio recepito ormai dalle case automobilistiche che, per abbattere le emissioni medie di CO2 della loro gamma, stanno puntando su una elettrificazione dell’offerta.
La maggior parte dei modelli che ad oggi possono usufruire dell’ecobonus ministeriale ha così una motorizzazione esclusivamente elettrica, mentre la quasi totalità delle rimanenti sono ibride plug–in, ovvero auto dotate di motore endotermico e motore elettrico, con una batteria elettrica ricaricabile dalla rete che permette un’autonomia solitamente intorno ai 50 km.
Resta il problema delle emissioni legate alla produzione di energia elettrica per caricare le batterie. Per una corretta valutazione degli effetti delle auto elettriche sulla riduzione delle emissioni climalteranti bisogna quindi considerare anche le emissioni che avvengono prima dell’utilizzo della macchina, come quelle che derivano dalla produzione del diesel, della benzina o dell’elettricità. Con un approccio well-to-wheel, dal pozzo alla ruota. E occorre anche valutare le emissioni di tutti i gas che contribuiscono al cambiamento climatico, anidride carbonica in primis, ma anche metano ed N2O tra i principali, pesati come anidri- de carbonica equivalente (CO2eq).
Infine, poiché i veicoli elettrici sono profondamente diversi dai veicoli tradizionali, con una batteria di circa 300 chili di cui è dotato un veicolo elettrico medio, occorre considerare gli effetti legati alla produzione ed alla dismissione di veicoli e batterie. Abbastanza per rendere necessario un approccio di analisi del ciclo di vita o Life Cycle Assessment (LCA) così come standardizzato dalla norma ISO 14040. Sul well-to-wheel, viene comunque con- fermato dalla letteratura attualmente disponibile che i veicoli elettrici emettono meno CO2eq dei corrispondenti veicoli a combustione interna. Per quanto riguarda invece le analisi di LCA la situazione è più complessa con risultati sono maggiormente variabili. Tuttavia, la maggior parte della letteratura scientifica dimostra che l’auto elettrica, considerando l’intero ciclo di vita, emette meno CO2eq di auto a combustione interna simili per prestazioni e dimensioni. Ok dunque all’auto green.
Sul green sporco circolano soltanto fake news. La variabilità dei risultati negli studi è molto legata a cinque parametri.
Passando dalla letteratura scientifica alla cosiddetta letteratura grigia, fatta di rapporti di agenzie di consulenza, riviste divulgative, conferenze stampa e convegni, capita ogni anno che vengano pubblicati studi secondo i quali i veicoli elettrici produrrebbero più emissioni di CO2eq dei corrispondenti veicoli a combustione interna. Risultati sorprendenti, che trovano una grande eco nella stampa generalista e nei por- tali web. La variabilità dei risultati degli studi è legata fondamentalmente a cinque parametri che influenzano il confronto delle emissioni climalteranti di veicoli elettrici e a combustione interna. Si tratta del mix energetico usato per ricaricare la batteria, del sistema di confronto tra veicoli, della stima dei consumi, della vita dell’auto e della batteria, e delle emissioni di CO2eq legate alla produzione delle batterie. Ma la scienza non ha dubbi: i veicoli elettrici hanno sempre e comunque emissioni di CO2 inferiori rispetto agli altri. Nei prossimi dieci anni c’è da aspettarsi che le auto a benzina e diesel miglioreranno, ma il confronto non cambierà, migliorando pure l’efficienza delle elettriche.