“Dopo questo mio intenso coinvolgimento, non vedo un futuro senza politica”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un colloquio con Repubblica precisa di pensare “al presente e non al mio futuro”. Dice di non vedersi “novello Cincinnato che mi ritraggo e mi disinteresso della politica”. “La politica – riflette il premier – non è solo fondare un partito o fare il leader di partito o fare competizioni elettorali. Ci sono mille modi per partecipare alla vita politica e dare un contributo al proprio paese”.
Per il premier “iniziare a ragionare sul proprio futuro quando si ha un incarico così rilevante rischia di creare una falsa e distorta prospettiva”. “Rimango concentrato sul presente su come posso riformare il Paese e renderlo migliore senza pensare al mio futuro” ha aggiunto Conte. “Qualsiasi contributo mi troverò a dare – afferma ancora il premier – sarà comunque in linea con la mia inclinazione che sabato ho esplicitato: sono un costruttore, non sono divisivo”.
Per quanto riguarda le prossime tappe che affronterà l’esecutivo giallorosso, a partire da gennaio, c’è la giustizia, e in particolare la prescrizione. Tema insidioso per il premier, perché M5S, Pd e Italia Viva hanno posizioni diverse che rischiano di compromettere la riforma Bonafede.