E’ Natale e non Pasqua ma la scelta dei candidati governatori del centrodestra nelle regioni prossimamente al voto appare ogni giorno di più come una via crucis. E ogni giorno ha la sua croce: quando si tratta di Mario Occhiuto in Calabria, un’altra volta di Raffaele Fitto in Puglia, un altro giorno non si trova un candidato condiviso per la Toscana. Per non parlare della Campania, dove la pasionaria Mara Carfagna, che a stretto giro presenterà la sua nuova associazione, “Voce Libera” in aperto dissenso con la “deriva sovranista” intrapresa dal suo partito, non ha preso benissimo l’ufficializzazione di Stefano Caldoro da parte di Silvio Berlusconi. Ma non da parte degli altri due partner di coalizione, beninteso.
Insomma, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e il Cavaliere la quadra su questi benedetti nomi su cui puntare per marciare in direzione unica e compatta non sembrano proprio trovarla. Alla fine si aggiusterà tutto, per carità, ma il cammino è comunque tortuoso e irto di ostacoli. E buche, visto che gli incontri fra i tre si svolgono solitamente a Roma. O al telefono, come nelle scorse ore: nulla di fatto e nulla di nuovo sotto il sole: a pesare sono sempre e solo i veti del leader della Lega. La situazione sicuramente più difficile da sbrogliare è quella in Calabria, non fosse altro perché il voto è imminente, il 26 gennaio come in Emilia Romagna, con la differenza che in quest’ultima la candidata – la leghista Lucia Borgonzoni – è stata indicata dal Capitano già ad agosto in una conferenza stampa dalla spiaggia del Papeete di Milano Marittima.
Che gli altri fossero d’accordo o meno. La questione calabrese diventa sempre più scottante perché tra un paio di settimane devono essere presentare anche le liste e se i fratelli Occhiuto– di cui Salvini non vuol sentir proprio parlare – presentassero loro liste autonome da Forza Italia e in sostegno di uno dei due, Mario, come candidato indipendente, ci potrebbero essere problemi per una vittoria che sulla carta, col vento di destra che ormai tira forte, doveva essere abbastanza alla portata. Problemi analoghi anche in Puglia dove, dietro al niet di Salvini su Raffaele Fitto, candidatura avanzata da Fratelli d’Italia, ci sarebbero le mire del Capitano per aver un suo uomo in corsa in una regione del sud, per dimostrare che la Lega non è più un partito “solo del nord”. Ovviamente FdI, che al momenro ha un solo governatore, Marco Marsilio in Abruzzo (regione con 1 milione e 400 mila abitanti a fornte dei 16 milioni di italiani che sono amministrati da un un governtaore leghista) non ci sta e avrebbe minacciato di far saltare il banco proponendo un suo candidato in Toscana.
“Sarei onorata se la responsabilità di individuare il candidato fosse confermata per Fratelli d’Italia. Non ho fatto mistero che, se fosse confermato, chiederemmo una disponibilità a Fitto che secondo me è un ottimo candidato, ma anche egli non ha ancora offerto la propria disponibilità e tra l’altro ha un ruolo in Europa molto importante”.
Aveva detto due giorni fa in un comizio a Bari la Meloni, “Ovviamente – aveva aggiunto – aspettiamo di parlare con gli alleati e vedere tutti insieme se vengono confermate le cose che ci siamo detti in passato”. Tira in ballo la parola data, dunque. E non transige sul fatto che vi sia un accordo a 360 gradi che comprenda tutte le Regioni al voto, un pacchetto unico da decidere contestualmente.