Il Movimento 5Stelle prova rilanciarsi e riparte dal “team del futuro”, non solo una struttura per aiutare il capo politico Luigi Di Maio nella gestione e nella programmazione dei prossimi tre anni al governo, ma una vera e propria sfida, nata dalla necessità di cambiare passo. “Il nostro ruolo è far emergere delle idee e di metterle insieme” ci spiega il deputato torinese Luca Carabetta, classe 1991, laurea in ingegneria energetica e imprenditore nel settore delle nuove tecnologie, uno dei 12 responsabili a capo di altrettante squadre tematiche – la sua è Innovazione – che insieme ai sei facilitatori compongono il Team del futuro.
“Partiamo dalle differenze rispetto ai modelli tradizionali di partito: il responsabile tematico di un’organizzazione tendenzialmente è quello che detta la linea, il nostro è un processo inverso, siamo responsabili tematici nel senso che siamo responsabili dello sviluppo del tema ma le nostre idee e convinzioni non prevaricano in nessun modo quelle della squadra e quelle che ci vengono proposte anche dall’esterno. I sei facilitatori invece hanno più un ruolo di carattere organizzativo”.
Quale sarà operativamente il vostro ruolo politico all’interno del Movimento?
“Sicuramente aiutare il capo politico nella gestione ma non siamo noi del team a proporre nostri progetti o linee programmatiche, verranno fuori dal confronto con i nostri gruppi locali, con i gruppi regionali, con gli stakeholder, e con gli esperti. L’intento è che le idee emergano da una dialettica continua e non da un’imposizione”.
Non a caso una dei sei “facilitatori” Paola Taverna, ha definito il nuovo assetto del Movimento una piramide rovesciata, dove la base è il “vostro vertice”…
“Sì, è anche un modo di aprirsi verso l’esterno oltre che migliorare i processi decisionali interni. La divisione per aree e il lavoro di coordinamento dei sei facilitatori serve proprio a questo. Ci sarà da parte di Di Maio un aggiornamento continuo e costante sulla sua attività e sulle strategie in atto, ci sarà una maggiore condivisione su tutto compresa la comunicazione. Il facilitatore in questo caso è Emilio Carelli il cui compito sarà quello di dare la linea sia in termini di metodo, cioè sul come comunicare, sia di merito. E’ comunque tutto in divenire, Luigi ha avviato un processo, dopodiché sta a noi dirottarlo in un’ottica di continua evoluzione e miglioramento”.
La Casaleggio e associati avrà comunque sempre un ruolo di primo piano. Uno dei facilitatori, Enrica Sabatini, socia di Davide Casaleggio, ex consigliere comunale del Movimento a Pescara, ha le deleghe di Coordinamento e Affari Interni. In pratica, una sorta di vicesegretario?
“L’ho vista lavorare nelle ultime settimane, le competenze necessarie le ha e se il ruolo è quello di una persona in grado di individuare ed estendere le best practices (pratiche che hanno permesso di ottenere risultati eccellenti in un determinato ambito, ndr), una sorta di ‘facilitatore dei facilitatori’ non può che essere un elemento positivo”.
Il nuovo assetto organizzativo del M5S è funzionale anche al cronoprogramma di cui ha parlato il premier Conte?
“E’ funzionale nella misura in cui si favorirà il processo di coinvolgimento di cui parlavo prima, che va dai territori agli esperti nelle varie materie, e di confronto alla fine del quale emergerà quella che è la posizione del M5S da presentare ai nostri alleati di governo”.