Dal maltempo ai cassonetti stracolmi di rifiuti, a Roma l’emergenza è sempre dietro l’angolo. E dovendo gestire una realtà così difficile non mancano mai le polemiche sul Campidoglio, particolarmente velenose nei confronti della sindaca Virginia Raggi, che ha ricevuto gli ultimi attacchi proprio per aver deciso ieri di tenere gli studenti romani a casa temendo che le forti raffiche di vento previste sulla capitale li potessero mettere in pericolo. Attacchi che non sembrano però spaventare i pentastellati, decisi ad andare avanti con la loro idea di città.
Consigliere Giuliano Pacetti, chiuse le scuole a Roma per l’emergenza maltempo, subito è spuntata fuori la polemica dei presidi.
“Non è la prima volta che la nostra amministrazione riceve un attacco strumentale da Mario Rusconi. La nostra risposta è sempre la stessa: dovrebbe concentrarsi di più sul suo lavoro. Fare polemica sulla sicurezza mi sembra solo un pretesto per cercare, come al solito, di ottenere un minimo di visibilità”.
Vi contestano di aver preso un provvedimento del genere per una pioggerellina. Avete esagerato nelle precauzioni?
“In alcune zone a Roma oggi le raffiche di vento hanno raggiunto anche i 100 km/h. I cambiamenti climatici in atto sono ormai sotto gli occhi di tutti. Assistiamo a fenomeni atmosferici a cui non siamo abituati. È meglio essere prudenti che mettere in pericolo i cittadini”.
Un’altra polemica riguarda la tempistica dell’ordinanza, resa nota solo giovedì sera, mettendo così in difficoltà le famiglie romane. Perché emettere un provvedimento del genere con un tale ritardo?
“Noi non facciamo le previsioni del tempo: la sindaca ha convocato il Centro Operativo Comunale, composto da tecnici specializzati con i quali ha letto i bollettini ufficiali e le previsioni meteo della Protezione Civile. Quando si amministra si prendono anche decisioni che possono risultare impopolari, è necessario farlo quando la sicurezza dei cittadini è a rischio a causa di venti così anomali”.
La sindaca Virginia Raggi ha deciso di impugnare l’ordinanza del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sugli impianti rifiuti. Per quale ragione e come pensate di risolvere quella che è ormai una costante emergenza? “Stiamo ancora aspettando il piano Regionale dei Rifiuti – cioè la pianificazione – che manca, l’ultimo piano risale al 2012 ed è tutto basato sulla discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa che poi nel 2013 è stata chiusa. Quando il nuovo Piano Rifiuti sarà approvato Roma Capitale farà tutti gli impianti necessari come previsto dalle esigenze del piano. Noi oggi alle porte del 2020 siamo rimasti fermi al 2012. Sono passati sette anni. Sette anni di Zingaretti. E lui ora dopo tutto questo tempo prova a dirci che la soluzione è aprire discariche in emergenza con un’ordinanza. Non possiamo accettarlo. Impugnare l’ordinanza è il minimo”.
Anche l’Europa ha bocciato di recente la Regione sulla decisione di aprire nuovi impianti rifiuti mentre nel Lazio vi sono impianti non ancora saturi. Tale pronunciamento ha influito sulle vostre decisioni in materia?
“La cosa assurda è che in tutto questo Zingaretti continui ad attaccare la Raggi, né lui né il suo assessore si sono presi la briga di rispondere sui rilievi che hanno avuto dall’Ue. Siamo all’assurdo”.