Bisogna ammetterlo, pochi credevano che l’attuale Csm sarebbe sopravvissuto allo scandalo degli incontri carbonari tra toghe e politici. Ma proprio quando da più parti si chiedeva di fare tabula rasa di questa consiliatura, era intervenuto il Capo dello Stato Sergio Mattarella indicendo elezioni suppletive, giunte a termine ieri, con cui sopperire alle dimissioni di ben cinque consilieri che, a vario titolo, erano finiti nel cosiddetto caso con protagonista il pubblico ministero Luca Palamara (nella foto).
Una strada lunga e tortuosa che a dispetto di tutto e tutti può dirsi conclusa con l’elezione dell’ultima pedina mancante ossia la togata Elisabetta Chinaglia, già presidente di sezione presso il tribunale di Asti, ed esponente di Area, la corrente di sinistra della magistratura. Una sostituzione che non è stata affatto indolore perché è stata foriera di un cambio, a dir poco radicale, degli equilibri tra correnti che si erano venuti a creare con le elezioni del 2018.
CHE CAPITOMBOLO. Già perché al contrario di quanto si potrebbe pensare, non sono stati affatto piccoli aggiustamenti ma un vero e proprio ribaltone. Quando prese il via questa consiliatura, ad imporsi era stata la corrente di destra delle toghe, Magistratura Indipendente, con cinque consiglieri eletti. Stesso risultato ottenuto dai centristi di Unicost mentre la corrente di sinistra, Area, si fermò a soli quattro candidati. Fanalino di coda, con appena due membri eletti, era stata la neonata formazione Autonomia e Indipendenza legata al pubblico ministero Piercamillo Davigo.
Ma lo scandalo dell’ex consigliere Luca Palamara, a base di incontri carbonari tra consiglieri e politica, sparigliava le carte. Magistratura Indipendente perdeva tre membri mentre Unicost vedeva dimettersi due consiglieri. Defezioni per le quali tra elezioni e subentri, si è venuta a creare un’inedita maggioranza a Palazzo dei marescialli. Con un balzo straordinario, la corrente di Davigo passava da due a cinque consiglieri, risalendo la china dall’ultimo posto al primo. Primo posto a parimerito anche per Area che da quattro eletti del 2018, in virtù dell’ultima aggiunta di ieri della Chinaglia, arriva a cinque. A perdere, invece, sono state le restanti due correnti con Magistratura Indipendente e Unicost, entrambe passate da cinque a tre consiglieri eletti.
NEW ENTRY. La Chinaglia prende il posto di Paolo Criscuoli, il consigliere di Magistratura Indipendente che si era autosospeso e successivamente dimesso per effetto dello scandalo Palamara. In realtà al suo posto sarebbe dovuto subentrare il magistrato Bruno Giangiacomo, già presidente del tribunale di Vasto e anch’esso appartenente ad Area, che, però, aveva rinunciato all’incarico. Una scelta dolorosa, arrivata per via delle pressioni dalla sua stessa corrente politica a causa di una vecchia indagine in cui era rimasto coinvolto e che avrebbe dato il via, come usanza del nostro Paese, a un vespaio di polemiche.
A lasciare l’incarico, compreso Criscuoli, erano stati in cinque. Due di loro, Corrado Cartoni di Magistratura Indipendente e Gianluigi Morlini di Unicost, erano stati subito sostituiti dai secondi in graduatoria. Una soluzione impraticabile per sostituire gli altri tre dimissionari, ossia Antonio Lepre e Paolo Criscuoli, di Magistratura Indipendente, e Luigi Spina di Unicost, in quanto non esisteva alcuna lista di consiglieri non eletti che ha reso necesssarie le elezioni suppletive concluse ieri.