Alea iacta non est. Il dato non è ancora tratto. Ma oggi sicuramente le idee del Movimento cinque stelle saranno più chiare. Sia per quanto riguarda l’Emilia Romagna sia per quanto riguarda la Calabria. Con l’avvicinarsi per entrambe le regioni delle urne, infatti, soltanto oggi conosceremo i nomi dei candidati votati sulla piattaforma Rousseau. Ma resta, perlomeno in Emilia, un grosso punto interrogativo sul candidato presidente. Se infatti per la Calabria sarà messa ai voti degli attivisti anche la “mozione” di Paolo Parentela, individuato come referente per la campagna elettorale dei portavoce calabresi, di “candidare come Presidente della Regione Calabria Francesco Aiello (nella foto), nell’ambito di una coalizione composta dal MoVimento 5 Stelle e liste civiche”, come si legge chiaramente sul blog delle stelle, in Emilia Romagna si brancola ancora nel buio: sarà solo dopo la votazione online sui nomi dei candidati che conosceremo la lista di coloro che – più votati – andranno a comporre l’elenco di coloro che potranno aspirare alla carica di presidente. E non è detto che in Calabria la partita sia già scritta: i malumori su Aiello – peraltro coinvolto in una storia di abuso edilizio – non sono sopiti anche tra i parlamentari con Dalila Nesci che più volte ha manifestato il suo malcontento.
QUI CENTRODESTRA. C’è da dire, però, che non va molto meglio per quanto riguarda le altre forze politiche. Se infatti il centrodestra pare abbia trovato la quadra intorno a due candidati – la leghista Lucia Borgonzoni in Emilia e la berlusconiana Jole Santelli in Calabria – non mancano le polemiche, con la candidata accusata di essere oscurata dal suo segretario che partecipa, quasi tutti i giorni, ad appuntamenti pubblici in giro per la Regione, tanto che si vocifera, addirittura, che abbia preso casa, fino alla data del voto, nella Regione ancora roccaforte rossa. Questa volta, però, i detrattori di Borgonzoni hanno avuto un’occasione ghiotta per attaccarla. E in Calabria? Non va molto meglio con un altro berlusconiano, Mario Occhiuto, deluso per la non candidatura (per il niet leghista) e pronto a tutto pur di ostacolare la corsa della collega Santelli. Il paradosso è la Santelli, parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia, è anche vicesindaco nella giunta Occhiuto a Cosenza. Un gioco di prestigio niente male.
QUI CENTROSINISTRA. Aria di crisi, però, si respira anche sul fronte del centrosinistra. E, anche qui, tanto in Emilia Romagna quanto in Calabria. Il governatore uscente Stefano Bonaccini parte con il favore dei pronostici, ma il timore che Salvini – esattamente come capitato altrove – possa divorare questo vantaggio è palpabile. Ed è per questo che Bonaccini ha in più circostanze rilanciato il desiderio che, alla fine, specie tra i pentastellati, possa prevalere il voto disgiunto. La richiesta – neanche tanto implicita – è di replicare, quantomeno sottobanco, il “modello Umbria” sperando in un esito più favorevole. Caos assoluto, invece, in Calabria. Il governatore uscente, Mario Oliverio, è ormai da mesi sfiduciato dal Pd. Cinque anni di litigi, di poca produttività e di scandali giudiziari hanno incrinato la posizione di Oliverio, tanto che Nicola Zingaretti ha scelto il suo candidato in Pippo Callipo, imprenditore di successo nel settore ittico che in passato si era già candidato come “civico”, ma che non piace perché considerato troppo “di destra”. Dal canto suo, Oliverio ostenta sicurezza: afferma di voler restare in campo, si appella alle “sardine”, divulga comunicati in cui vanta i risultati ottenuti e l’appoggio di decine di amministratori locali. La partita, dunque, resta aperta. Su tutti i fronti.